Un malore non verbalizzato durante l’interrogatorio, poi smentito, ora confermato dal diretto interessato Andrea Sempio: nel caso del delitto di Garlasco ogni elemento è oggetto di nuove rivalutazioni da quando sono state riaperte le indagini. L’ultimo giallo riguarda lo scontrino del parcheggio di Vigevano che Sempio ha fornito il 4 ottobre 2008 come alibi per il giorno in cui è stata uccisa Chiara Poggi, e il suo malore durante lo stesso interrogatorio. Nella puntata di “Quarto Grado” in onda su Rete4 il 18 luglio scorso, Sempio, amico del fratello della vittima, ha rilasciato nuove dichiarazioni a tal proposito.
L’allora 19enne era già stato sentito nei giorni immediatamente successivi alla morte di Chiara per via di alcune telefonate da lui fatte a casa Poggi prima del delitto. Oltre un anno dopo è stato convocato nuovamente e in quell’occasione ha fornito ai carabinieri il famoso scontrino del parcheggio. Eppure sarebbero diverse le incongruenze riscontrate in tempi più recenti dagli inquirenti pavesi, dall’interruzione della convocazione in caserma per andare a recuperare lo scontrino fino all’arrivo dei soccorsi per il malore di Sempio, entrambi elementi che non compaiono nel verbale di 17 anni fa. Per questo, come riporta anche il Corriere, si è deciso di risentire i due carabinieri che hanno firmato gli atti: “Nessuno sembra aver ricordato del malore né di come sia stato portato lo scontrino”.
Il giallo del malore in caserma
Lo scorso maggio poi, quando emerse la notizia del malore di Sempio in caserma, lui e i suoi legali avevano smentito con un secco: “Non ci risulta”. Adesso, però, è lui stesso a tornare sull’episodio in maniera diversa. Alle telecamere di “Quarto Grado” ha infatti spiegato: “Per quanto riguarda la storia dell’ambulanza, non mi ricordo di preciso se è stato questa volta o la precedente. Io mi ero presentato che però era già qualche giorno che avevo la febbre, quindi già non stavo benissimo. Non è che son svenuto, loro hanno visto che ero un po’ ovattato e che andavo un po’ giù, mi perdevo un po’ e allora hanno deciso di chiamare l’ambulanza, ma non è che son crollato per terra in mezzo alla caserma”.
Lo scontrino del parcheggio
Quanto allo scontrino, invece, ha fatto sapere: “Sono stato chiamato a Vigevano, accompagnato da mio papà, mi hanno fatto un po’ di domande, non mi hanno chiesto niente della giornata, dopo di che basta, finito, mi hanno rimandato a casa. Quando eravamo quasi a Garlasco ci hanno richiamato dicendo: ‘Abbiamo ancora delle domande da farvi’ […] Quindi giriamo la macchina e torniamo su e a quel punto mi fanno le domande sulla giornata e tocchiamo il tema dello scontrino, e io gli dico: ‘Guardate che ho ancora questo scontrino’. Abbiamo concluso tutto il verbale dicendo: ‘Quando abbiamo finito lo vai a prendere’”. A quel punto padre e figlio tornano di nuovo a casa, recuperano lo scontrino e fanno ritorno a Vigevano. Gli investigatori “fanno la fotocopia e nel verbale aggiungono: ‘Che vi consegno’. Questo è il motivo – conclude Andrea Sempio – per cui sembra che sia avvenuto tutto di fila, che mi fossi presentato già lì con lo scontrino in mano”. Ed è anche questa la ragione, sempre secondo l’indagato, per la quale il suo interrogatorio è durato molto di più di quello degli altri amici della compagnia, sentiti ai tempi in quanto frequentatori della villetta di via Pascoli.