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Il sistema Milano contagia anche Roma e Torino: arrestiamolo subito!

Il sindaco Sala si è limitato a dire “di non riconoscersi nella lettura dell’indagine”. Strano. Quel sistema va avanti dal 1995
Il sistema Milano contagia anche Roma e Torino: arrestiamolo subito!
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Dopo che la magistratura milanese ha scoperchiato il sistema che ha tenuto in scacco Milano da decenni, il sindaco Sala si è limitato a dire “di non riconoscersi nella lettura dell’indagine”. Strano. Quel sistema va avanti dal 1995 quando iniziano i primi consistenti finanziamenti pubblici che hanno drogato il mercato immobiliare milanese e spinto i prezzi delle case ad un livello insostenibile per tutti i cittadini ad eccezione di un pugno di immobiliaristi, finanzieri d’assalto e architetti compiacenti. Sala è stato un grande protagonista degli ultimi due decenni.

Dal 2009 diventa general manager del comune di Milano chiamato dalla sindaca Moratti (centrodestra); poi responsabile dell’Expo 2015; dal 2016 sindaco per il centrosinistra. Un ruolo centrale, ma non si è accorto di nulla. Eppure qualcuno aveva gridato allo scempio. I tanti comitati di cittadini. Illustri docenti come Sergio Brenna che ha denunciato da anni la questione degli scali ferroviari. Tecnici come Gabriele Mariani che ha sollevato anzi tempo il sistema delle deroghe per costruire dovunque grattacieli. Sala non li ha ascoltati ed anzi, quando Gianni Barbacetto ha squadernato il sistema milanese lo ha denunciato per diffamazione!

Afferma oggi la magistratura che “si è svilito l’interesse pubblico” e ne ha giovato soltanto quello privato. Milano è stata scempiata da tanti grattacieli privati mentre la città pubblica declinava. Sono stati venduti immobili pubblici come il Pirellino, piscine e chiusi servizi. Non ci sono i soldi, si diceva. In realtà la “sinistra” alla guida di Milano si è dimenticata l’uguaglianza e diritti di tutti sanciti dalla Costituzione.

La cieca ubriacatura per un sistema che si teneva in piedi soltanto per imponenti finanziamenti – l’ex sindaco Gabriele Albertini ha parlato di 6 miliardi di investimenti pubblici nel decennio della sua sindacatura – ha portato all’ambizione di esportare il modello Milano in altre due grandi città, Torino e Roma.

A Torino dal 2021, il Pd ha imposto come assessore all’Urbanistica Paolo Mazzoleni che aveva avuto ruoli importanti nella giostra milanese, e che anche dopo gli avvisi di garanzia avuti nella vicende urbanistiche, è stato difeso strenuamente quando le opposizioni torinesi hanno chiesto di fare un passo indietro. Nulla. Eppure Torino ha avuto un sindaco come Novelli e assessore all’urbanistica un uomo integerrimo come Raffaele Radicioni. Mazzoleni ha così potuto iniziare pochi giorni fa la fase finale per approvare il nuovo piano urbanistico torinese, improntato, afferma, ad una cultura “adattiva”. Termine tragico alla luce della bravura delle forze economiche milanesi ad adattarsi al nuovo modo di distruggere la città.

E veniamo a Roma. In questo caso la capitale morale del paese ha fatto almeno due regali. Pochi anni fa, Manfredi Catella, intervistato sulle pagine del Sole24Ore, affermava che dopo i successi milanesi si sarebbe interessato a Roma. Ed in effetti è attivo nel tentare di acquisire la proprietà pubblica (CDP) delle ex caserme di via Guido Reni e ha portato a termine alcuni interventi di valorizzazioni di immobili di pregio nel centro storico.

L’altro regalo si chiama Stefano Boeri, chiamato dal sindaco Gualtieri niente meno che a ripensare le periferie romane. Come possa l’architetto che ha collaborato a cambiare in chiave privatistica Milano pensare di risolvere i problemi delle carenze pubbliche delle sterminate periferie romane non è dato sapere. Per ora afferma che serviranno una buona dose di grattacieli. Come a Milano. E anche a Roma il Pd ha imposto il silenzio.

In buona sostanza, dopo Milano è indispensabile arrestare anche Roma e Torino. Arrestare Ro-Mi-To, insomma. Non nel senso di tradurre in prigione i corrotti. A questo ci pensano egregiamente la magistratura e le forze dell’ordine. Arrestare nel senso di chiudere per sempre con l’urbanistica privatistica e tornare a regole pubbliche chiare e valide erga omnes. Non si vede ancora questo orizzonte. Mentre il Pd tace, si vede soltanto la richiesta strumentale delle destre di dimissioni di Sala, quando sono state quelle stesse forze a tentare di approvare la legge Salva Milano.

Il solo modo per uscire dal baratro è riscrivere regole etiche. Soltanto in questo modo potremo ricostruire la città pubblica, dare case alle fasce sociali deboli e costruire servizi per città inclusive. Il modello milanese è fallito miseramente e la stessa sorte toccherà alle colonie torinese e romana.

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