“È un posto strano questo posto in cui ci troviamo a 51 anni. È molto strano essere adulti. Non sono pronto“. Non è mica facile dirla in modo più diretto e sincero, più umano e condivisibile. Parla Robbie Williams e i suoi coetanei, c’è da scommetterci, si riconoscono nelle sue parole. Così anche quelli più giovani ma non troppo, che non possono dire ‘va be’, ci penserò’.
“Mia madre ha la demenza e non sa più chi sono. Non sa nemmeno più dove si trova. Mio padre ha il Parkinson e non può uscire di casa”, le parole della rockstar durante un concerto in Germania. Si diventa grandi quando l’accudimento cambia verso, e va dai figli ai genitori. Anche la mamma di Ayda Field, la moglie di Robbie, non sta bene: “Mia suocera, che adoro e venero con tutto il cuore, ha tre malattie. È malata di lupus, Parkinson e cancro. È una donna coraggiosissima e sta lottando, lottando, lottando”.
E poi, sempre dal palco, un ricordo del padre: “Cantava con me ogni sera sul palco, usciva, rubava la scena, era affascinante e poi andava nel backstage a bere un bicchiere di vino rosso”. E così la riflessione, di uno che ha vissuto mille vite, che canta e racconta davanti a centinaia di persone, membro di una boyband e rockstar solista. Di uno come noi.