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“Mi sono svegliato con metà volto completamente bloccata, è stato uno choc. Si chiama paralisi di Bell ma ci si vede più Brutt”: Cristicchi racconta e annuncia il ritorno sul palco

"Ho dovuto rinunciare al debutto di Aosta, perché troppo ravvicinata al problema occorso, ma al tour dei miei vent’anni di carriera, no!", le parole del cantautore al Corriere della Sera con riferimento alla data del 22 luglio di Fiesole

di F. Q.
“Mi sono svegliato con metà volto completamente bloccata, è stato uno choc. Si chiama paralisi di Bell ma ci si vede più Brutt”: Cristicchi racconta e annuncia il ritorno sul palco

La paralisi di Bell lo aveva costretto ad annullare il debutto del suo tour lo scorso 12 luglio ma ora è pronto a tornare per festeggiare i 20 anni di carriera, il prossimo 22 luglio al Teatro Romano di Fiesole e si è raccontato al Corriere della Sera. Stiamo parlando di Simone Cristicchi che spiega di stare “un pochino meglio”: “Per fortuna siamo riusciti a prendere in tempo la paresi che ha bloccato il mio viso in una posizione innaturale. Sì chiama ‘paralisi di Bell’, ma ci si vede un po’ più Brutt. Per fortuna una forma reversibile, che non lascerà tracce visibili, dovuta allo stress e agli sbalzi termici. Ho dovuto rinunciare al debutto di Aosta, perché troppo ravvicinata al problema occorso, ma al tour dei miei vent’anni di carriera, no! Sto già seguendo tutte le cure previste e prenderò le massime precauzioni per curarmi, ma voglio esserci. Pur sapendo che sarà impegnativo, non voglio arrendermi e farò di tutto per arrivare da voi ristabilito e in piena salute”.

Poi il racconto di cosa è accaduto: “Stavo facendo le prove con la band, a Roma. Una mattina mi sono svegliato con metà volto completamente bloccata, bocca compresa: ritrovarmi così, senza avvisaglie, è stato uno choc. All’inizio ho pensato dipendesse da un dente. Il medico ha subito capito che fortunatamente non era una forma virale, che avrebbe comportato un periodo più lungo di convalescenza. Ci siamo tranquillizzati. E ho iniziato la fisioterapia con massaggi facciali mirati a sfiammare e risvegliare il nervo. Sono riuscito, con grande difficoltà, a finire l’allestimento del concerto (…). La salute viene prima di tutto: ero pronto a disdire; ma ho sentito di farcela, con un po’ di attenzione”.

Un’intervista ricca, nella quale in cantautore parla di fragilità, di dolore affrontato nella vita, come la scomparsa del suo papà “a 40 anni, quando io ne avevo 10. Non l’ho neanche salutato. Mi sono ritrovato in un vuoto enorme, che si è trasformato in rabbia profonda, anche violenta. Sono poi riuscito a canalizzare quella rabbia attraverso la creatività: ho iniziato a disegnare, per reazione istintiva”.

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