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Ufo, “c’è un oggetto misterioso che sfreccia nel nostro sistema solare a 210.000 km/h. Non è ‘terrestre'”: l’annuncio degli astronomi al New York Times

Avvistato martedì da un telescopio in Cile, l'oggetto è estremamente veloce e luminoso. Non rappresenta un pericolo per la Terra, ma offre un'occasione unica per studiare un messaggero proveniente da un altro sistema solare. Sarà visibile per mesi

di F. Q.
Ufo, “c’è un oggetto misterioso che sfreccia nel nostro sistema solare a 210.000 km/h. Non è ‘terrestre'”: l’annuncio degli astronomi al New York Times

Un visitatore inatteso, proveniente dagli abissi dello spazio profondo, sta attraversando in queste ore il nostro sistema solare. È un oggetto misterioso, estremamente veloce e luminoso, che gli scienziati hanno identificato come il terzo “oggetto interstellare” mai osservato dall’uomo, dopo il celebre ‘Oumuamua nel 2017 e la cometa Borisov nel 2019. Gli è già stato assegnato un nome ufficiale: 3I/ATLAS.

L’avvistamento è avvenuto martedì primo luglio, grazie a un telescopio in Cile che fa parte del progetto ATLAS (Asteroid Terrestrial-impact Last Alert System), un sistema finanziato dalla NASA per individuare oggetti spaziali potenzialmente pericolosi. In un primo momento, data la sua traiettoria insolitamente eccentrica, si era pensato a un asteroide. L’allerta è stata immediatamente trasmessa al Minor Planet Center dell’Unione Astronomica Internazionale, che ha condiviso i dati con la comunità scientifica globale. Poche ore dopo, la svolta. Alcuni osservatori hanno iniziato a segnalare una “attività cometaria provvisoria”, segno che l’oggetto stava rilasciando gas e polveri. La sua identità è così cambiata: non un asteroide inerte, ma con ogni probabilità una cometa interstellare, un corpo ghiacciato proveniente da un’altra stella.

Ma come fanno gli astronomi a essere così sicuri che non sia “nato qui”? La prova principale è la sua incredibile velocità. 3I/ATLAS si sta muovendo a circa 210 mila chilometri orari rispetto al Sole, e continuerà ad accelerare man mano che si avvicina, attratto dalla sua gravità. Questa velocità è “fuori scala”, troppo elevata per essere compatibile con un corpo celeste legato gravitazionalmente al nostro sistema solare. L’ipotesi più accreditata è che si sia formato come una cometa attorno a un’altra stella. Poi, una perturbazione gravitazionale – forse il passaggio ravvicinato di un altro astro o l’influenza di un pianeta gigante – l’avrebbe “lanciata” fuori dal suo sistema d’origine, condannandola a un lungo viaggio nello spazio interstellare, fino a incrociare casualmente il nostro quartiere cosmico. La sua elevata luminosità, infatti, non dipenderebbe dal suo nucleo solido, ma dalla cosiddetta “chioma“, il pennacchio di gas e polveri che si forma attorno al nucleo quando il calore del Sole ne attiva i materiali volatili, tipico delle comete.

Non c’è motivo di allarmarsi: 3I/ATLAS non colpirà la Terra. I calcoli della NASA sono chiari: la cometa raggiungerà il suo punto più vicino al Sole (perielio) a fine ottobre, spingendosi appena all’interno dell’orbita di Marte. Il massimo avvicinamento al nostro pianeta avverrà a dicembre, ma resterà comunque a una distanza di sicurezza di circa 256 milioni di chilometri. L’assenza di pericolo, però, non diminuisce l’importanza della scoperta. Anzi. 3I/ATLAS sarà facilmente visibile con grandi telescopi dagli astronomi di tutto il mondo per molti mesi, anche per buona parte del prossimo anno. Questo offrirà alla comunità scientifica un’opportunità unica e senza precedenti per studiare da vicino un “messaggero” proveniente da un altro sistema solare, analizzandone la composizione e le caratteristiche per capire meglio come si formano le comete e i pianeti attorno ad altre stelle della nostra galassia.

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