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Ultimo aggiornamento: 12:07 del 18 Giugno

Genova, l’inchiesta scuote il Comune. Salis: “Denunciate, chi ha abusa del proprio ruolo sarà cacciato”

L’indagine coordinata dalla Procura ruota intorno all’ex assessore di Fratelli d’Italia Sergio Gambino, accusato di corruzione e di aver orchestrato una campagna di dossieraggio contro l’attuale sindaca Salis
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“Se qualcuno vi obbliga a fare qualcosa che non dovete fare, denunciatelo. Chi lo farà, verrà cacciato dal Comune”. Così la sindaca di Genova Silvia Salis si è rivolta in conferenza stampa ai dipendenti comunali, mentre l’inchiesta per corruzione e abusi scuote la polizia locale del capoluogo ligure.

L’indagine coordinata dalla Procura ruota intorno all’ex assessore di Fratelli d’Italia Sergio Gambino, accusato di corruzione e di aver orchestrato una campagna di dossieraggio contro l’attuale sindaca Salis. Per gli inquirenti, Gambino, con l’aiuto del comandante della Polizia locale Gianluca Giurato, ha fatto filtrare alla stampa un verbale secretato su un incidente stradale che coinvolse Salis nel 2024, poi usato per screditarla pubblicamente.

Il secondo filone d’inchiesta punta sulle presunte pressioni di Gambino per favorire imprenditori amici con appalti pubblici e incarichi, in cambio – secondo la Procura – di bonifici, regalie, cene elettorali pagate, rate di leasing per l’auto e altri analoghi favori.

Il terzo fronte coinvolge almeno quindici agenti della Polizia locale del reparto Sicurezza urbana, accusati di lesioni, peculato e falso ideologico. In alcune chat interne, tra le quali una intitolata “Quei bravi ragazzi” si legge di schiaffi ai fermati, definiti “cioccolatini” e “sberlari”, mentre c’è chi rideva condividendo la foto di un referto ospedaliero di un giovane finito in pronto soccorso dopo un fermo violento con calci ai testicoli. “Evidentemente si è rotto le palle”, scherzano convinti dell’impunità garantita dal malinteso ’spirito di corpo’. Secondo l’inchiesta esisteva una cassa comune alimentata con contanti e oggetti sottratti durante le perquisizioni. Tra le vittime, anche un minorenne.

“Chi era nella posizione di chiedere una cosa che non poteva chiedere, l’ha fatto facendo valere il suo potere”, ha detto Salis. “È una responsabilità politica gravissima”.

La denuncia di questi episodi è partita da tre agenti, due delle quali già a ottobre 2024 si erano rivolte, invano, proprio a Gambino. Secondo l’accusa, il comandante Giurato avrebbe liquidato tutto come esagerazioni. Le agenti allora si rivolsero direttamente alla Procura. Piccole dosi di droga venivano anche trattenute dagli agenti, senza sequestrarle, per usarle come prova durante i fermi di sospetti pusher trovati privi di stupefacenti. “Quando cambia il vento, cambia per tutti, sicuramente alcuni si sentivano coperti da un certo modo di intendere la sicurezza”, ha detto Salis. “E noi siamo al lavoro per una riorganizzazione necessaria“.

Una riforma che, secondo l’assessora alla sicurezza Arianna Viscogliosi, era già nei piani: “Vogliamo riportare la Polizia locale a un ruolo di prossimità e non sovrapposto alle altre forze”. Netto anche il vicesindaco Alessandro Terrile: “Usare informazioni riservate per propaganda politica è un fatto gravissimo. Intacca la libertà di tutti i cittadini, anche di chi non va a votare, perché è uno strumento che può essere usato contro chiunque”.

Nel quartiere della Maddalena, Andrea Piccardo, commerciante e attivista dell’associazione Ama, racconta che “da anni segnalavamo abusi, in commissione il capo della polizia arrivò a intimidirci dicendo che se non avevamo le prove di quello di cui parlavamo ci avrebbe querelato, ora hanno trovato addirittura un tonfa nell’armadietto di uno di questi agenti, un arma impropria che evidentemente si sentiva libero di usare in servizio”.

Simone D’Angelo, capogruppo Pd ai tempi della seconda giunta Bucci, non si dice sorpreso: “Chi criticava la deriva poliziottesca veniva demonizzato. Mentre la repressione veniva sbandierata l’unico strumento, in assenza di vere politiche per la sicurezza”.

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