Crime

“Ho fatto un incubo, nel Fruttolo c’è il DNA di Andrea Sempio. Le considerazioni che stanno sotto l’incubo, ognuno fa quelle che crede”: le parole di Massimo Lovati a Quarto Grado

Durante la trasmissione di Rete4, il legale ha usato di nuovo la parola 'sogno', come già fatto spesso, anche a Chi l'ha Visto? mercoledi scorso, e stavolta ha parlato di uno dei reperti che saranno al centro dell'incidente probatorio al via il prossimo 17 giugno

di F. Q.
“Ho fatto un incubo, nel Fruttolo c’è il DNA di Andrea Sempio. Le considerazioni che stanno sotto l’incubo, ognuno fa quelle che crede”: le parole di Massimo Lovati a Quarto Grado

La parola “sogno”, Massimo Lovati, avvocato di Andrea Sempio, la usa spesso. Lo aveva fatto anche mercoledì scorso durante la puntata di Chi l’ha Visto? e l’inviato del programma di RaiTre, Vittorio Romano, aveva subito commentato: “Noi ovviamente sappiamo che lei non ha sognato, sappiamo che lei ci dice quello che può dirci”. E ancora Federica Sciarelli: “Può darsi che sia un sogno, come dice lei, può darsi pure che lei come avvocato ha avuto delle confidenze e col segreto professionale non le può dire, quindi le tramutiamo in sogno. Questa è una mia opinione e anche dei nostri telespettatori che sono sempre molto attenti”. In questo caso Lovati si riferiva all’ipotesi, da lui spesso messa in campo, di un sicario che avrebbe ucciso Chiara Poggi perché lei aveva scoperto scomode verità.

Ieri sera 13 giugno, durante la puntata di Quarto Grado, su Rete4, Lovati ha di nuovo usato il “sogno”. “Il fatto è chiaro, il fatto è compiuto da una persona, tant’è che ci sono le impronte di una persona. Perché oggi la Procura della Repubblica di Pavia parla di concorso? Perché era l’unico modo per riaprire l’indagine, perché non possono rifare il processo di Alberto Stasi”, le sue parole. E ancora: “L’incubo che nel fruttolo c’è il DNA di Sempio“. È chiaro che Lovati si riferisce al vasetto di yogurt che è tra i vari reperti che saranno oggetto dell’incidente probatorio il prossimo 17 giugno. “Un incubo, poi con le considerazioni che stanno sotto l’incubo, ognuno fa quelle che crede”, la chiosa di Lovati.

La consegna dei reperti è avvenuta nella caserma dei carabinieri di via Moscova a Milano, dove ha sede il nucleo investigativo che sta indagando sotto il coordinamento della Procura di Pavia. E lì si sono presentati quindi i periti nominati dalla giudice, la genetista Denise Albani e Domenico Marchigiani, e tra gli altri i consulenti di difesa e parte civile della famiglia Poggi, Luciano Garofano e Marzio Capra. Garofano, come noto, era comandante del Ris dei carabinieri al momento della prima inchiesta che ha portato al processo a Stasi. I periti nominati dalla Gip hanno ritirato le buste che verranno aperte il 17 giugno, quando prenderanno concretamente il via gli accertamenti irripetibili.

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