Villa Phampili, inviate le impronte e il Dna della madre alle banche dati esteri. Primi test sulle droghe negativi
Dopo la conferma che sono madre e figlia la donna e la bimba di pochi mesi trovate morte sabato pomeriggio a villa Pamphili a Roma, adesso arrivano anche i risultati dei test tossicologici sulle droghe comuni: la madre non faceva uso di sostanze stupefacenti, almeno non di quelle più comuni come l’eroina. Un dato che smentisce una delle piste iniziali sulla morte per overdose. Non è però da escludere la presenza di altre tipologie di droghe, come quelle sintetiche, che verrà verificata nell’ambito dell’autopsia con esami più approfonditi.
L’identità – Al centro delle indagini, coordinate dal sostituto procuratore Antonio Verdi, rimane l’identità delle vittime, ancora ignota. Per risalire al nome della donna, che secondo gli inquirenti potrebbe avere tra i 20 e i 30 anni, lunedì la polizia ha deciso di rendere pubbliche le foto dei suoi tatuaggi, scatenando una serie di segnalazioni su cui sta indagando la Squadra Mobile di Roma. Grazie alla mediazione dell’Interpol, gli investigatori hanno anche inviato le impronte digitali e il profilo del Dna della madre alle banche dati estere nel tentativo di identificarla. L’ipotesi è che madre e figlia fossero arrivate da poco in Italia, una tesi sostenuta dal fatto che dagli ospedali, in primis quelli di Roma, non sono arrivati elementi utili.
Di qui, la decisione dei pm di allargare le verifiche a tutte le strutture ospedaliere sul territorio nazionale nella speranza che arrivino notizie su un eventuale parto che risalirebbe alla fine del 2024 o inizio del 2025. Nel frattempo, a partire dalla prossima settimana, la polizia scientifica analizzerà diversi oggetti ritrovati nel parco: tra questi una tutina rosa recuperata in un secchio dei rifiuti, simile a quella che indossava la bambina secondo alcune testimonianze raccolte, una busta di plastica che copriva il corpo della donna e altri oggetti trovati nelle vicinanze, tra cui una pentola e un piccolo bracciale. Gli esami sul materiale repertato potrebbero rivelarsi fondamentali anche l’identificazione dell’autore del delitto.
Le possibili cause del decesso – Restano da chiarire anche le cause del decesso. Stando a quanto ricostruito finora, la morte della madre risale ad almeno cinque giorni prima, se non addirittura sette, rispetto a quella della piccola: il suo corpo, nudo e coperto da una busta di plastica, è stato portato e lasciato in quel punto da qualcuno, forse la stessa persona che ha poi deciso di uccidere la bimba. L’autopsia e gli esami istologici hanno intanto escluso alcune piste, tra cui quella dell’overdose, della morte per avvelenamento o di un soffocamento anomalo, ad esempio con un cuscino. Intanto, il procedimento avviato in procura resta rubricato per duplice omicidio volontario, come sostenuto dai segni di strangolamento ed ematomi individuati sul corpo della bimba e dalla testimonianza di una donna e un gruppo di ragazzi che hanno raccontato di avere visto un uomo che la sera prima del ritrovamento si aggirava in quella zona del parco con in braccio un fagotto.