Proteste negli Usa, Trump: “Manderò soldati ovunque ci saranno rivolte”. Ma i giudici lo bloccano: “Non può farlo”

Ha raddoppiato la presenza di soldati a Los Angeles per tenere sotto controllo le manifestazioni e annunciato l’invio di novemila migranti nel famigerato carcere di Guantanamo. Donald Trump usa il pugno di ferro contro le proteste. Dopo San Francisco e Los Angeles, infatti, le manifestazioni contro le politiche migratorie del suo governo e i raid contro gli stranieri, hanno cominciato a diffondersi nel resto degli Stati Uniti: la gente è scesa in piazza anche ad Atlanta, Seattle, Dallas, Louisville e New York, dove la polizia ha arrestato “diverse” persone, stando alla Cnn. A San Francisco il numero degli arresti è salito ad almeno 150. Il fronte più caldo delle proteste resta Los Angeles, dove Trump ha inviato 700 marines e quattromila uomini della Guardia nazionale, invocando una norma che consente al presidente di schierarla in caso di insurrezioni, violenze o azioni che impediscono alle autorità federali di far rispettare la legge. Ne è nato un braccio di ferro istituzionale senza precedenti dagli anni Novanta, con il governatore della California, il democratico Gavin Newsom, che ha fatto ricorso in tribunale per bloccare la decisione della Casa Bianca. “L’invio di combattenti addestrati per le strade non ha precedenti e minaccia il cuore stesso della nostra democrazia”, ha detto Newsom. “Donald Trump si sta comportando come un tiranno, non come un presidente. Chiediamo al tribunale di bloccare immediatamente queste azioni illegali”. E una corte federale gli ha dato ragione, emanando un ordine restrittivo che limita l’impiego di truppe militari a Los Angeles. Il governo è “temporaneamente diffidato dallo schierare” le truppe “per far rispettare o aiutare gli agenti federali nell’applicazione della legge o per intraprendere qualsiasi azione che vada oltre la protezione degli edifici federali”, si legge nell’ordinanza, firmata dal giudice distrettuale Charles Breyer.
La legge del 1807 e i 9mila a Guantanamo – Il tycoon dal canto suo rivendica la scelta: “Se non avessi mandato le truppe, quella città, un tempo splendida e grandiosa, sarebbe ora in fiamme, proprio come 25.000 case rase al suolo a causa di un governatore e un sindaco incompetenti”, dice, attaccando i politici locali per i ritardi sulla ricostruzione post incendi. “Se ci saranno rivolte in altre città useremo una forza uguale o maggiore“, ha promesso Trump parlando ai cronisti nello Studio Ovale. Le persone che protestano a Los Angeles, ha affermato, sono “agitatori pagati” e la Guardia nazionale resterà in città “fino a quando non ci sarà più pericolo”, per una “questione di buonsenso”. Il presidente Usa non ha escluso di poter fare ricorso all’Insurrection Act, una legge anti-rivolte del 1807 che consentirebbe alle truppe di partecipare direttamente alle attività di polizia civile: “Se ci fosse un’insurrezione, la invocherei sicuramente. Vedremo”, ha detto. Nel frattempo Politico riporta che l’amministrazione Trump intende inviare novemila migranti nel famigerato campo di prigionia di Guantánamo, a Cuba, per liberare spazio nelle strutture di detenzione negli Usa: le deportazioni potrebbero iniziare già mercoledì. Si tratterebbe di un aumento esponenziale rispetto ai circa cinquanta migranti trattenuti per brevi periodi sull’isola da febbraio, e di un passo avanti verso il piano annunciato dal presidente a gennaio, che prevede l’utilizzo della struttura per ospitare fino a trentamila persone.
Proteste nella città degli angeli – Intorno alle 2 di notte – tardo pomeriggio a Los Angeles – centinaia di persone sono tornate in strada con bandiere americane e messicane per protestare – pacificamente – contro i raid dell’amministrazione Trump. I manifestanti hanno presidiato il Federal building in centro città: il grande edificio ospita uffici di numerose agenzie governative. Davanti al grattacielo, i manifestanti hanno trovato la polizia per l’immigrazione (Ice) in assetto antisommossa e i soldati della Guardia nazionale. Sempre a Los Angeles, migliaia di persone si sono raccolte vicino al Municipio in vista dell’udienza per il rilascio del leader sindacale David Huerta, arrestato venerdì proprio durante la protesta contro i raid anti-immigrati e rilasciato grazie al pagamento di una cauzione di 50mila dollari.
Cnn e Nbc hanno dato notizia dell’uso di “granate stordenti e proiettili di gomma” conto i manifestanti che sventolavano bandiere messicane e due bandiere americane capovolte. Durante l’attacco degli agenti hanno urlato “protesta pacifica”. Una troupe della Cnn è stata poi scortata dalla polizia fuori dalla zona delle proteste e due membri della sicurezza sono stati fermati e rilasciati, senza conoscere le accuse a loro carico. Secondo il Los Angeles Press Club e Reporter sans frontieres, i giornalisti sono stati attaccati 27 volte durante le manifestazioni.
Trump manda i marines – In città sono arrivati i 700 marines mobilitati dalla Casa Bianca per rispondere alle proteste: vanno a rafforzare le truppe da combattimento della Guardia nazionale della California. Queste ultime erano state attivate dal presidente Usa nel fine settimana senza il consenso del governatore né del sindaco della città. Il contingente resterà a Los Angeles fino all’arrivo di ulteriori truppe della Guardia nazionale, ha annunciato il Northern Command Usa.
“La numero uno della polizia di Los Angeles ci ha detto che era sopraffatta e così siamo intervenuti”, è stata la difesa del segretario alla Difesa americano Pete Hegseth in audizione al Congresso. Secondo Hegseth, le autorità per l’immigrazione “hanno il diritto di condurre operazioni in sicurezza in qualsiasi stato e giurisdizione del Paese, che sia Minneapolis o Los Angeles, soprattutto dopo che 21 milioni di irregolari hanno attraversato il nostro confine sotto la precedente amministrazione”.
Newsom contro Trump – “I Marines servono per un importante compito per il nostro Paese, difendere la democrazia. Non sono pedoni della politica”, ha commentato Newsom. Che ha scelto le vie legali contro quello che definisce “uno sfacciato abuso di potere”, sottolineando che “uno dei pilastri fondamentali della nostra Nazione e della nostra democrazia è che il nostro popolo sia governato da un governo civile, non militare” e “la California difenderà questi principi in tribunale“. “Le corti e il Congresso devono agire, il bilanciamento dei poteri si sta sgretolando – conclude – c’è una linea rossa e la stanno superando, svegliati”. Il governatore ha inoltre smentito Trump, che aveva riferito di aver parlato con lui l’ultima volta ieri. “Non c’è stata alcuna chiamata, neanche un messaggio in segretaria telefonica. Gli americani dovrebbero essere preoccupati dal fatto che un presidente che dispiega Marine nelle strade non sa di cosa sta parlando”.
La raccomandazione della Casa Bianca: più arresti tra i migranti – Le proteste proseguono da 4 giorni. La svolta a Los Angeles è arrivata venerdì, con i raid degli agenti in tenuta militare nel quartiere ispanico di Westlake. L’Ice (lmmigration and Customs Enforcement) sembra quindi aver obbedito agli ordini di Stephen Miller, il vice-capo di gabinetto della Casa Bianca. Secondo il Wall street journal, Miller aveva caldeggiato ai funzionari Ice di “fare tutto quello che devono fare” per far salire il numero degli arresti.