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“Gli elettrodi si sono staccati dalla scatola cranica, non riusciva più a comandare il pc con il pensiero”: l’incidente di Noland Arbaugh, il primo uomo con il chip Neuralink di Musk

Arbaugh è il primo paziente paralizzato a ricevere in maniera sperimentale l’impianto inventato dall’azienda transumanista Neuralink e ha rivelato che qualcosa è andato storto

di F. Q.
“Gli elettrodi si sono staccati dalla scatola cranica, non riusciva più a comandare il pc con il pensiero”: l’incidente di Noland Arbaugh, il primo uomo con il chip Neuralink di Musk

Dopo un anno e mezzo del paziente zero con i chip Neuralink nel cervello ecco rivelata qualche brutta sorpresa. Sono trascorsi poco più di 400 giorni dall’inserimento nel cervello di Noland Arbaugh dei microprocessori targati Elon Musk per sostituire gesti e movimenti naturali con impulsi cerebrali artificiali. Arbaugh è il primo paziente paralizzato a ricevere in maniera sperimentale l’impianto inventato dall’azienda transumanista Neuralink. E in una delle tante interviste ecco emergere qualcosa di andato storto.

Nel gennaio del 2024 nel cervello del giovane paziente erano stati impiantati 64 fili e 1024 elettrodi. Dispositivi che attraverso una IA registrano gli impulsi cerebrali di movimento e parola voluti da Arbaugh e li trasmettono su uno schermo di pc dove l’impulso ricreato sposta un cursore. Ebbene si è venuto a sapere di recente che il primo esperimento Neuralink stava per saltare. Perché dopo nemmeno un mese l’85% degli elettrodi attaccati alla scatola cranica di Arbaugh si era staccato facendo perdere la possibilità al paziente di comandare il computer con il pensiero.

A quanto pare la colpa risulta delle cicatrici sul tessuto cerebrale che avrebbero dovuto avvolgere i sensori: queste si sono formate più lentamente del previsto e a loro volta hanno condizionato il movimento anche se impercettibile dei fili presenti nella scatola cranica. Arbaugh ricorda infatti che si trovava alla prima visita di controllo e che saputo dei problemi ha voluto comunque continuare come cavia nell’esperimento. L’uomo è rimasto paralizzato dal collo in giù quando nel 2016 si è tuffato in un lago per fare un bagno. L’esperimento che ha reso Arbaugh il paziente zero di Neuralink ha però una scadenza: sei anni. Ovvero tra quattro anni il microchip che oggi gli consente di comunicare e raccontare la sua storia verrà disattivato ed espiantato dal suo cervello e probabilmente lui tornerà a non potersi più esprimere.

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