La confessione di Paolo Vallesi, naufrago all’Isola dei Famosi 2025, è stata inaspettata e proprio per questo ha lasciato i suoi “colleghi” di reality senza parole. A sorpresa, il cantante ha rivelato un aspetto inedito della sua infanzia, ammettendo di essere stato bullizzato a causa del suo aspetto fisico. Un episodio che lo ha segnato a lungo, trasformandolo in un bambino timido e insicuro. Ed è solo grazie all’amore per la musica che è riuscito a non sentirsi più, come ha detto lui stesso, “uno sfigato”.
Paolo Vallesi rivela di essere stato bullizzato da bambino – Durante la puntata del daily dell’Isola dei Famosi, un gruppo di naufraghi si è confrontato sulle difficoltà di essere genitori al giorno d’oggi e quanto sia complicato dimostrare i propri sentimenti anche in famiglia. A quel punto Paolo Vallessi (che ha un figlio, Francesco, ndr), ha parlato della sua situazione e, a sorpresa, ha svelato di essere stato bullizzato quando era bambino. Tutto è cominciato quando aveva tre anni e iniziò a portare gli occhiali da vista: “Appena mi vedevano, i miei amici mi prendevano in giro. Questo mi ha fatto diventare un bambino estremamente timido, incapace di relazionarmi con il mondo che mi circondava. Così passavo le mie giornate in solitudine, senza avere amicizie”.
Come la musica gli ha cambiato la vita – Il racconto di Vallesi ha emozionato gli altri naufraghi e tutti sono rimasti in silenzio ad ascoltare il cantante de “La forza della vita“. Che proprio grazie alla musica ha trovato il modo di reagire. Tutto cambiò quando, un Natale, i suoi genitori gli regalarono una tastiera: “Lì accadde quello che secondo me è un miracolo”, ha confessato Vallesi, che proprio grazie a quel regalo scoprì di avere un dono e di averlo. “Come ho messo le dita su quei tasti, mi è partito un brivido che non so spiegare… Ho capito che quella era il mio sfogo per riuscire a rifarmi con i miei amici che mi vedevano come uno sfigato con gli occhiali. Lì ho sentito che potevo essere una persona non solo normale… che potevo esprimermi”.
