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Si butta dal 5° piano per sfuggire a un incendio: morta. Porta chiusa dall’esterno: convivente sentito

Un'amica della vittima: "Era una persona cattiva, un violento, la minacciava" L'incendio è divampato la notte scorsa nel suo palazzo vicino a piazzale Loreto, a Milano, e ha riguardato circa 12 appartamenti
Si butta dal 5° piano per sfuggire a un incendio: morta. Porta chiusa dall’esterno: convivente sentito
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“Urla lancinanti”, la richiesta di aiuto e poi il lancio nel vuoto per 5 piani. Per la donna, 48 anni, trasportata in condizioni gravissime in ospedale, non c’è stato nulla da fare. L’incendio è divampato la notte scorsa nel suo palazzo vicino a piazzale Loreto, a Milano, e ha riguardato circa dodici appartamenti. Altre due persone sono state ricoverate in codice verde, mentre gli occupanti dello stabile, che si trova in viale Abruzzi 64, all’inizio evacuati a scopo precauzionale, sono tutti rientrati, tranne quelli dell’appartamento interessato dalle fiamme – che era al quarto piano – e quelli adiacenti. I pompieri sono intervenuti intorno alla mezzanotte. Sueli Leal Barbos era madre di bambino di dieci anni, che la notte scorsa non era in casa.

La porta chiusa – I poliziotti intervenuti e i pompieri hanno accertato che la porta dell’appartamento era chiusa dall’esterno. Il compagno della donna, 45 anni, brasiliano come lei, è stato portato in Questura. Era in un bar nelle vicinanze dell’abitazione. Alcuni condomini hanno riferito ai poliziotti intervenuti sul posto di una precedente lite, durante la serata di mercoledì, tra la donna e il marito. Che i rapporti potrebbero essere tesi viene confermato da un’amica della 48enne: “Mi sono allontanata da lei perché il suo fidanzato, anche lui brasiliano, non mi piaceva, era una persona cattiva, un violento, la minacciava. La conosco da anni da quando sono arrivata qui dal Brasile: era una persona meravigliosa, un’ottima infermiera”.

“Era ossessivo” – Il compagno di Sueli Leal Barbosa ”era molto ossessivo. Quando lei usciva con le amiche, continuava a chiamarla” racconta Bruno, amico della donna, brasiliana di 48 anni, “non è una buona persona. Lei era innamorata, ma litigavano spesso”, dice un’altra amica della vittima, arrivata sotto la casa andata in fiamme. “È scampato, ringraziando Dio”, dice Bruno, papà di un compagno di classe del figlio della vittima. Un’amicizia tra bambini che si è estesa ai genitori. “Sono cinque anni che conosco la Sueli, dalla prima elementare. Una bravissima donna e una grande lavoratrice”, racconta. La 48enne, originaria di San Paolo in Brasile, lavorava come infermiera all’Istituto dei Tumori di Milano. In Italia da tempo, qualche anno fa si era separata dal padre del figlio. “Si erano lasciati, ma si dividevano i compiti”, racconta l’amico. Poi l’incontro con il nuovo compagno. “Io l’ho visto di sfuggita mezza volta, ma a mia moglie non è mai piaciuto. Quando è uscita per un aperitivo con la Sueli, lui continuava a chiamarla e chiederle ‘dove sei?’, ‘dove sei?’ Ossessivo”, ribadisce Bruno.

I testimoni – “Sono stata svegliata dalle urla lancinanti di quella povera donna, è stato sconvolgente – racconta all’Ansa Simona Lomolino, una vicina di casa – Ho visto le fiamme, ho visto bene la signora, sono sotto choc”. “È stata una notte da incubo“, sostiene Maria Bono. Il suo appartamento si trova sopra a quello che è andato in fiamme e, per questo motivo, è stato dichiarato inagibile. “Stavo guardando la televisione quando ho sentito urlare e mi sono affacciata alla finestra. Ho visto tutto rosso, ho svegliato mio marito e siamo scappati – è il racconto della donna – Litigi? Non mi risulta, non lo so, direi stupidaggini”. “Se mia moglie non mi avesse svegliato, non sarei qui – dice il marito della signora Bono – Abbiamo avuto il tempo di mettere un fazzoletto attorno alla bocca e siamo scappati. Conoscevamo la vittima di vista, ci salutavamo e di tanto in tanto scambiavamo qualche parola. Fortuna ha voluto che il figlio avuto con il primo compagno fosse andato via col papà, non oso immaginare altrimenti…”.

I rilievi – Gli uomini del Nia, il Nucleo investigativo antincendio Direzione Lombardia, hanno concluso i rilievi. “L’appartamento – fa sapere al termine dei rilievi il caporeparto Michele Giacalone – è completamente distrutto dalle fiamme, c’è stato un incendio generalizzato, un flashover”, ovvero un rogo che si propaga improvvisamente. Proprio a causa delle condizioni dell’appartamento di Sueli Leal Barbosa, la 48enne morta precipitando dalla finestra dell’appartamento in fiamme, “la lettura dei segni non è semplice, ma la situazione è abbastanza chiara”, ha detto ai cronisti Giacalone. I rilievi, durati circa quattro ore, avevano l’obiettivo di individuare la causa del rogo e la presenza di eventuali acceleranti. “Abbiamo finito la parte di primo accertamento ed è tutto in mano al magistrato”, ha detto il caporeparto. A chi lo incalzava chiedendo se si sia trattato di un incendio doloso, Giacalone ha risposto: “Noi l’abbiamo già capito, ma purtroppo non ve lo possiamo dire, perché è tutto in mano al magistrato”.

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