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“Puff Daddy mi ha fatta penzolare dal grattacielo. Da allora ho avuto solo incubi notturni”: la stylist Bryana “Bana” Bongolan testimonia al processo

L'imputato l'ha fatta penzolare da un balcone al 17esimo piano di un grattacielo a Los Angeles, lasciandola così traumatizzata

di F. Q.
“Puff Daddy mi ha fatta penzolare dal grattacielo. Da allora ho avuto solo incubi notturni”: la stylist Bryana “Bana” Bongolan testimonia al processo

Nella quarta settimana del dibattimento processuale contro Puff Daddy, sul banco dei testimoni è arrivata una donna che ha raccontato come l’ex magante del pop le abbia causato incubi notturni, facendola penzolare da un balcone al 17esimo piano di un grattacielo a Los Angeles, lasciandola così traumatizzata. La stylist e graphic designer Bryana “Banà” Bongolan ha testimoniato mercoledì, nella quarta settimana di presentazione delle prove al processo federale per traffico sessuale e associazione a delinquere dell’ex magnate della musica a Manhattan. La Bongolan ha affermato di non sapere perché Puff Daddy l’abbia aggredita nel 2016, quando ha fatto irruzione nell’appartamento della sua fidanzata, Casandra “Cassie” Ventura. Ha detto che lui continuava a urlare e a chiederle se sapeva cosa stesse facendo.

La 33enne, amica di Cassie Ventura, ha raccontato ai giurati che l’imputato l’ha sollevata oltre la ringhiera per 10-15 secondi prima di tirarla indietro e gettarla sui mobili da giardino. “Avevo paura di cadere”, ha detto la Bongolan ai giurati. Ha dichiarato che l’aggressione del settembre 2016 le ha causato un livido sulla gamba e dolore alla schiena e al collo. I giurati hanno visto le foto di lei che indossava un collare. Il livido sembrava grande quanto una palla da softball.

“Ho incubi e sono molto paranoica, e prima urlavo molto nel sonno, ma ora si è un po’ attenuata la cosa”, ha detto la Bongolan, direttrice creativa e marketing della sua agenzia artistica. Ha detto che la sua paranoia include l’apertura lenta delle porte e la sbirciatina nelle stanze prima di entrare. Il suo ultimo incubo risale a pochi giorni fa, ha aggiunto.

Gli avvocati di Puff Daddy hanno affermato che Bongolan era una forte consumatrice di droghe e hanno ipotizzato che potesse essere stata sotto l’effetto di droghe durante la presunta aggressione, cosa che lei nega. La Bongolan ha una causa pendente contro Puff Daddy.

La Bongolan, che lavorava come designer per le aziende di Combs, ha affermato di averle somministrato droghe tre o quattro volte, tra cui ecstasy e cocaina, e che una volta lei aveva assunto ketamina con Cassie e l’ex fidanzato per otto ore durante una festa di Capodanno a Miami nel 2017. Ha anche testimoniato chel’imputatol’aveva minacciata durante un servizio fotografico: “Sono il diavolo e potrei ucciderti”.

La Bongolan ha affermato che l’aggressione sul balcone è avvenuta, dopo che l’uomo si era presentato all’appartamento di Cassie senza preavviso una mattina presto, bussando con rabbia alla porta. La donna, che dormiva sul divano con la sua ex ragazza lì vicino, ha nascosto la sua ex in bagno ed è andata sul balcone “per fare finta di niente” a cercare marijuana. Mentre accendeva la canna o stava per farlo, Puff Daddy l’ha afferrata. La Bongolan gli ha detto che Cassie, che stava dormendo in camera da letto. Da lì la furia e l’incidente al balcone.

L’imputato si è dichiarato non colpevole delle accuse di aver gestito il suo impero commerciale come un’impresa di racket, presumibilmente utilizzando dipendenti per consentire e nascondere abusi sessuali e fisici su donne per oltre due decenni. Rischia una pena da 15 anni all’ergastolo se condannato.

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