Torturano i gatti fino a ucciderli e postano i video online. La CNN ha scoperto una rete di sadici torturatori di felini, principalmente diffusa in Cina, che agiscono online sia come godimento sessuale che per mero denaro. La rete tv statunitense ha condotto un’inchiesta per mesi, incontrando volenterosi infiltrati (poi ricorsi a cure psicologiche) e rintracciando un sistema ramificato di creazione di video dove si torturano e mutilano gatti poi li si piazzano in rete facendo girare quantità di denaro elevatissime. “Questi gruppi non si limitano a maltrattare gli animali: cercano di massimizzare il dolore e la sofferenza per motivi di lucro e, ancor più disturbante, per soddisfare perversi impulsi sessuali”, ha raccontato uno degli infiltrati nei gruppi web agli inviati della CNN.
I torturatori usano i classici social, tra cui Telegram, X e YouTube, in mezzo a milioni di altri contenuti caricati online. Spesso la prova di “iniziazione” per far parte di questi gruppi è quella di produrre un video di tortura come prova del proprio efferato sadismo. Come spiegano gli autori dell’inchiesta “gli utenti di questi video hanno spesso un feticismo sessuale per la crudeltà sugli animali, noto come “zoosadismo”, e traggono piacere dal guardare la sofferenza di animali indifesi”. “È diventato un fenomeno piuttosto internazionale”, ha spiegato nell’articolo Jenny Edwards, criminologa esperta di abusi sessuali sugli animali di Seattle. “Accade molto più spesso di quanto si pensi”. Gli attivisti contattati dalla CNN affermano che molti dei torturatori di gatti risiedono in Cina, dove non esistono leggi contro la crudeltà sugli animali. Grazie a questa impunità generale realizzano video per consumatori di tutto il mondo, inclusi Stati Uniti, Regno Unito, Turchia e Giappone. Va anche precisato che la CNN ha sottoposto al governo cinese domande su questo tema, ma finora non ha mai ricevuto risposta. YouTube e Telegram hanno invece risposto sostenendo che sulle loro piattaforme vige un divieto formale verso i contenuti che promuovono la violenza sugli animali.
Il lavoro più sporco e difficile lo hanno compiuto i cosiddetti infiltrati, gente che per avere l’amicizia e la fiducia dei torturatori ed entrare nella loro rete di spaccio dell’orrore, si è dovuta digerire qualcosa che supera il più estremo film dell’orrore. Il gruppo più numeroso che segue questa sadica tendenza si chiama Feline Guardians. L’associazione ha mostrato che solo tra giugno 2024 e febbraio 2025 c’è stato un aumento del 500% di nuovi video di tortura aggiunti ai gruppi Telegram cinesi. E ancora nei primi mesi queste reti hanno registrato un aumento vertiginoso di partecipanti e una media di un video nuovo caricato ogni 2 ore e mezza. La maggior parte dei gatti che finiscono in mano ai torturatori sono randagi, ma a quanto sembra chi riesce a torturare gatti di famiglia e di casa può guadagnare più denaro dal proprio orrendo commercio.
Una dinamica che sembra riversarsi in controluce rispetto alle numerose denunce di scomparsa di gatti avvenute in Italia negli ultimi anni, spesso concentrate per alcuni mesi in aree geograficamente circoscritte. Come scrive l’ecologista animalista Davide Celli sul primo numero di Animal Interviews, la rivista da lui fondata e pubblicata online a dicembre 2024, “alla fine dell’estate 2023 nel paese in cui vivo Monzuno, un borgo di montagna che non supera i seimila abitanti, sono incominciati a sparire i gatti con una media di uno al giorno”. Celli enumera le decine di località dove improvvisamente sono sparite centinaia di gatti e ricorda: “Il rapitore di gatti non agisce da solo, ma opera all’interno di quello che può essere considerato l’embrione di un’organizzazione nascente”. Sul primo numero di Animal Interviews sono pubblicate anche le interviste allo psicologo forense Marco Strano e al criminologo Federico Boaron. Quest’ultimo è stato consulente tecnico per cause giudiziarie relative ad uccisioni di gatti e che ricorda come spesso il sadismo omicida verso gli animali sia un “tirocinio” per i killer verso gli umani.