Musica

“Sanremo è patrimonio della Rai. I tormentoni non ci sono perché escono tutto l’anno. Lucio Corsi è un raggio di luce, Olly ha bisogno di tempo, Blanco esce dalla crisi. Party Like A Deejay unisce”: parla Linus

Il direttore editoriale del polo radiofonico del gruppo Gedi e presidente di Elemedia presenta a FqMagazine Party like a Deejay 2025

di Andrea Conti
“Sanremo è patrimonio della Rai. I tormentoni non ci sono perché escono tutto l’anno. Lucio Corsi è un raggio di luce, Olly ha bisogno di tempo, Blanco esce dalla crisi. Party Like A Deejay unisce”: parla Linus

Sabato 7 e domenica 8 giugno torna “Party Like a Deejay”, la festa firmata Radio Deejay che per due giorni animerà l’intero Parco Sempione e l’Arco della Pace di Milano con tanta musica, sport e intrattenimento. Ci saranno delle aree tematiche allestite di giorno all’interno di Parco Sempione (Area Sport, Area Giochi Senza Wi-Fi, Area Family&Kids, Virtual Zone, Casa Deejay, L’Ingegneria dei Sogni e Deejay Cafè), speciali talk con alcune delle voci più popolari della radio e tanta musica live al Cortile delle Armi del Castello Sforzesco (Speakers’ Corner, D&D Live e Capital Live) e i concerti.

“Il calendario è un po’ più pieno, siamo sempre in evoluzione. – racconta il direttore editoriale del polo radiofonico del gruppo GEDI e presidente di Elemedia, Linus a FqMagazine – Quest’anno c ‘è Radio Linetti il venerdì sera, lo spazio di Radio Capital che abbiamo fatto l’anno scorso con risultati più che positivi, per questo abbiamo deciso di farlo crescere. Ci sarà un ospite speciale, la ciliegina sulla torta per i cinquant’anni della radio. Noi faremo i concerti all’Arco della pace sia sabato che domenica, ma sono molto più pop. Molti cantanti non sono neanche esattamente in target con noi, ma diretti a un pubblico più giovane però se vuoi fare una cosa che abbia un clima di festa devi per forza attingere quel tipo di dimensione. Invece la parte live di Radio Capital è un po più intimista e raccolta nel cortile del Castello Sforzesco, dove ci saranno tremila posti. Ci sarà la possibilità di fare delle cose più acustiche con un po’ più di feeling. L’anziano che è in me, magari, apprezza di più questa dimensione”.

E ancora: “Se ci limitassimo al concerto con i cantanti faremmo una cosa bella, cosa che possono fare tutte le altre radio, come succede ogni anno con Radio Italia Live, che è una cosa molto ben fatta, costruita, la maggior parte dei cantanti sono gli stessi che poi vengono anche da noi. Noi completiamo il tutto impegnando un weekend intero in cui dalla mattina alla sera succede qualcosa. Sono contento di un particolare banale cioè la gente che abita intorno al parco, dopo la nostra festa, mi dica ‘quando fate le cose voi al parco lo lasciate sempre in condizioni migliori di quando l’avete preso in mano’. L’anno scorso abbiamo sostituito 50 panchine, abbiamo ripiantato degli alberi cioè ci prendiamo cura di questa cosa”.

“Se Riccione torna a bussare alla mia porta? È sempre aperta. Ho anche casa lì” – Archiviato il rapporto con Riccione, Beach Like A Deejay si fa in quattro tra Veneto, Toscana, Emilia, Romagna e Puglia. La prima tappa sarà a Rimini perché è bello cambiare, ma se fosse rimasta Riccione l’avremmo fatta lì, dal 27 al 29 giugno, seguita da Trani dal 4 al 6 luglio, Viareggio dall’11 al 13 luglio per concludere con Jesolo dal 18 al 20 luglio. Su Riccione, si sa, non è stata una scelta nostra, è una scelta loro che io rispetto. Se il prossimo anno dovessero tornare sui propri passi? Non chiudo le porte a nessuno. Ma io a Riccione comunque vado, ho casa lì, mia moglie al momento si trova lì. Mi è spiaciuto perché non hanno usato una linea molto trasparente. Le cose che hanno detto sono state un po’ ‘giustificative’. Il sindaco aveva deciso che voleva fare altro e per sei mesi ha continuato a dire ‘facciamo la gara’, poi la gara non l’hanno mai fatta e hanno deciso direttamente di fare un’altra cosa. Ce lo poteva dire prima, così evitavamo una perdita di tempo.

“Il Festival di Sanremo è patrimonio della Rai” – La questione tra Sanremo e la Rai per il Festival con di mezzo il Tar e il bando? Quando c’è di mezzo la pubblica amministrazione è sempre molto difficile muoversi. Perché c ‘è sempre la paura che qualcuno dopo dica ‘perché non avete fatto un bando? . Però onestamente faccio fatica a capire, parlo di cose che non mi riguardano perché il Comune di Sanremo è di Sanremo e la Rai è della Rai. Però da uomo della strada, in questo caso, penso che il Festival di Sanremo l’ha costruito negli anni la Rai, Sanremo ha messo a disposizione, diciamo, la location, la sua atmosfera, molto bella, specialmente negli Anni 50 -60, insomma era un posto con un ‘immagine perfetta per ambientarci una cosa così sfavillante. Però poi sono 70 anni che la Rai lavora su questo progetto e credo che sia un patrimonio della Rai. Lo dico veramente da osservatore neutrale, però credo che allo stesso tempo quelli di Sanremo abbiano voluto tutelarsi dall’eventualità che qualcuno dicesse ‘perché sono solo loro e non altri’. È un mondo complicato.

“Il tormentone ormai esce tutto l’anno” – Una volta le canzoni estive uscivano alla fine della primavera e duravano per tutta l’estate. Adesso le canzoni escono tutto l’anno. Cioè la musica italiana in questo momento produce solo canzoni estive e quindi è difficile decidere qual è una canzone estiva se già a gennaio o a dicembre o a marzo ce ne sono, da un punto di vista concettuale, altrettante. Tornando alla mia affermazione che la musica italiana in questo momento non è in un grande momento, secondo me va rispettato anche il concetto di opera artistica. Nel senso che per fortuna l’arte è qualcosa che non si può progettare a tavolino e, quindi, come tutte le forme espressive, come tutte le forme artistiche ci sono periodi più prolifici, più fortunati e periodi meno. È indubbio che negli ultimi anni non ci sia molto destinato a essere indimenticabile. Va anche detto che questo vale non solo per l’Italia, ma un po’ per tutto il mercato mondiale. Però in Inghilterra, in America, negli altri mercati qualcosa comunque resiste.

“Essere schiavi dall’algoritmo di Spotify è drammatico” – Il nostro è un mercato un po’ difficile, un po’ perché l’industria discografica non esiste più ed è tutto in mano, ormai, a piccoli produttori che si autogestiscono, il che rende tutto più agile, però forse frena un po’ la qualità. Poi probabilmente una delle cose più drammatiche è la schiavitù da algoritmo di Spotify, che ti obbliga con una certa frequenza a proporre e a produrre. E allora, ci sono cantanti che se fossero stati un po’ risparmiati, un po’ meno spremuti, magari avrebbero avuto anche il tempo di fare un salto di qualità fra un disco e l’altro. Invece, dovendo mettere fuori un singolo ogni due mesi, alla fine la vena artistica si naridisce un pochino. Insomma in questo momento di campioni della musica italiana non ne vedo tanti e dall’altra parte c’è l’industria discografica che fa un po’ fatica a trovare una formula e una quadratura.

“In un mese e mezzo solo a Milano oltre 30 concerti. I portafogli non sono pieni” – A un certo punto è scattato un giochino: per far diventare ancora più grande l’immagine di un personaggio, si lanciava un concerto a San Siro un anno e mezzo prima, con un preavviso enorme. Questa cosa per un po’ ha funzionato, perché creava molto hype, in automatico. Tu pensavi ‘questo fa San Siro, quindi è più bravo di quello che pensavo’. Forse adesso la gente ha un po’ capito questo giochino o forse più banalmente la gente deve anche scegliere fra tanti concerti, fra tanti eventi. Io abito nel cuore dei concerti milanesi con gli Imagine Dragons (il 27 maggio , ndr) è partita la stagione dei concerti che prevede fino a circa fino a metà luglio 30 spettacoli, poi ce ne saranno altri anche ai primi di settembre. E non ci sono le sette date di Vasco a San Siro, cioè al massimo ci sono artisti che fanno due date come Cremonini o i Pinguini Tattici Nucleari. In genere però fanno una data allo stadio, ma bisogna anche considerare gli Ippodromi. Quindi non c ‘è spazio nei portafogli per tutti e non siamo in un momento molto felice dal punto di vista economico, anche nei ristoranti c’è un po di flessione in questo momento a cioò contribuisce un po’ l’incertezza della situazione internazionale. Ma è sempre così, quando la domanda è molto alta l’offerta cresce, cresce, cresce, cresce e poi di colpo diminuisce la domanda e c ‘è sempre quello che rimane col cerino in mano.

“Lucio Corsi è un raggio di luce nel buio del panorama attuale” – Però è un raggio di luce che sorge da molto lontano. Ha dieci anni di gavetta alle spalle, è un musicista vero, scrive i suoi testi, ha una visione da cantautore nel senso letterale del termine, scrive le cose che poi canta insomma. E quindi forse è di quei personaggi di cui c ‘è un po’ carenza in questo momento, mentre magari ce ne sono altri un po’ più costruiti in laboratorio, ai quali viene buttata addosso la responsabilità più grande di quella che sono in grado di gestire. Olly? Sì anche lui è un po’ così, ma lo dico con affetto e con simpatia. Cioè è ancora presto per dire che Olly è un personaggio di primo livello, no? È un ragazzo di poco più di vent ‘anni, con alle spalle alcune cose, sicuramente con un grande carisma, sicuramente con un grande potenziale come personaggio, però diamogli il tempo di dimostrarlo.

“Blanco ha vissuto anni difficili e ora traccia una riga” – Poi c’è Blanco primo in classifica radio con “Piangere a 90”, mi aspettavo che lui mettesse una riga su quello che gli è successo e che guardasse in avanti. Invece questa canzone mi suona molto come la voglia di, sì, tirare una riga, dopo aver però messo in chiaro che cosa ha significato per lui un momento così devastante. Dopo l’episodio delle rose a Sanremo ha avuto una fase discendente con due anni difficili. È comunque un ragazzo di vent’anni che ha subito la fretta di fare qualcosa. Blanco è stato uno personaggi più interessanti di due o tre anni fa. Per cui questa canzone mi sembra più la chiusura del suo periodo massimo di allora che l’inizio di qualcos’altro. Io la vivo un po’ così, anche nel modo di cantare, anche nel modo di porsi mi sembra più parente di quello che è stato che di quello che sarà. Adesso vediamo quando uscirà un disco completo da che parte andrà. Lui è uno che ha sicuramente del talento.

“La musica italiana si accontenta di ripetere dei clichè” – Le polemiche sulle mie parole sulla condizione della musica italiana del momento? Secondo me, bisogna anche imparare a essere un po’ meno permalosi, perché non si può fare un ‘osservazione senza che qualcuno si debba per forza offendere o ti debba dare del presuntoso. Io non sono presuntoso, io con i cantanti italiani ho un rapporto di grande affetto, perché comunque molti di loro potrebbero essere i figli miei, molti altri sono miei amici e molti altri sono stati personaggi per me di riferimento. Io sono felice quando un cantante fa una cosa bella. In questo momento non c ‘è molto che mi faccia impazzire perché è un mondo che che si accontenta di ripetere dei cliché.

“Con Radio Linetti ho riscoperto la gioia di girare l’Italia” – Radio Linetti inaugurerà la nostra festa con una anteprima. È un “work in progress” come si diceva una volta, una cosa che si aggiorna col tempo che passa. Adesso facciamo questo esperimento che è un po’ una tantum, perché ovviamente è un prodotto che nasce per essere fatto in un luogo piccolo. Quindi andremo al Castello Sforzesco che ha 2mila posti. Sto mettendo a posto la scaletta, pensando anche alla nuova dimensione. L’intenzione è tornare in tour a ottobre prossimo. Ho riscoperto il gusto di andare in giro per l’Italia. L’ho fatto per 20 anni facendo le serate in discoteca, dagli Anni 80 fino ai primi anni 2000. Poi ho smesso perché nel frattempo ero diventato direttore della radio, avevo due figli, non mi trovavo più nel mondo delle discoteche e ho detto “finalmente posso stare a casa”. Però poi quello che mi mancava era proprio andare in giro, conoscere gente che ne so anche semplicemente il gruppo di amici con cui ti sposti, l’autogrill, le chiacchiere in macchina, vedere le persone fisicamente. Noi facciamo la radio ma le persone non le vediamo. E allora avere la possibilità di sentire che cosa piace, che cosa non piace alla gente, è una cosa che ti arricchisce tanto. Anche se per me è un po’ faticoso, perché poi, come dico io, sono sempre un impiegato, cioè io alla mattina devo timbrare il cartellino tutti i giorni, quindi spostarsi diventa impegnativo. La gente mi dice “perché non vieni a farlo anche al Sud?” e perché poi dopo io devo tornare in radio il giorno dopo e non è così semplice. Però è bello, mi piace e sì tra ottobre e Natale l’intenzione è fare un’altra quindicina di date.

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