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2 giugno, che confusione: tra bandiere issate al contrario, errori sulla ricorrenza e manifesti abusivi (contro il Re)

Da Nord a Sud, si celebra la Repubblica (anche) con qualche "svista" istituzionale
2 giugno, che confusione: tra bandiere issate al contrario, errori sulla ricorrenza e manifesti abusivi (contro il Re)
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Ma nel Tricolore, da sinistra a destra, viene prima il rosso o il verde? Beh, per fortuna che almeno sul bianco ci sono pochi dubbi. E poi, d’accordo il cerimoniale con la corona d’alloro al Milite ignoto e la tradizionale parata militare di fronte al Capo dello Stato e al ministro della Difesa; ma a quale anno si fa riferimento per la nascita della nostra Repubblica? Nozioni che spesso si danno per scontate – se non altro perché si studiano a scuola e, tutt’al più, fanno parte delle conoscenze condivise di una comunità. Eppure capita che proprio il 2 di giugno, quando in ogni città di medie e grandi dimensioni si organizzano le celebrazioni, c’è sempre qualcuno a cui scappa una svista di troppo. Che, naturalmente, non scappa ai presenti.

È il caso, per esempio, della maldestra inversione di colori avvenuta in mattinata durante i festeggiamenti a Piacenza, nella centralissima piazza Cavalli. I vigili del fuoco, dopo una spettacolare discesa in cordata dal Palazzo Gotico, hanno issato il Tricolore al contrario, cioè con il colore rosso a sinistra anziché a destra. Un errore subito notato dai cittadini. E non si può nemmeno dire che la città emiliana sia così rossa…

Ma anche a Taurisano, in provincia di Lecce, si sono difesi alla grande. Sui manifesti affissi dall’amministrazione comunale è stato scritto: “2 giugno 1946 – 2 giugno 2025 – 77 anni di Repubblica democratica”. E ancora, in giro per la cittadina: “77 anni di indipendenza, Unità, Libertà, pace”. Prima i colori, ora i numeri. Ma il calcolo è sbagliato di soli due anni, che volete che sia. E poi si sa, la matematica non è esattamente la materia preferita degli italiani. La cosa più divertente? Alcuni addetti incaricati dal Comune hanno corretto con un bel 79 tutte le locandine affisse per le strade.

E infine come farsi mancare i manifesti – questa volta abusivi – per la “morte” della monarchia. In quattro aree di Sulmona, in provincia de L’Aquila, è apparsa la scritta: “Il 2 giugno del 1946, dopo numerose dinamiche di manifesta ambiguità venì a mancare al popolo italiano la Monarchia”. Nel giro di pochi minuti, le locandine sono state rimosse ma gli autori restano ancora ignoti. Indaga la polizia locale.

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