Moda e Stile

Maria Grazia Chiuri lascia Dior: “Insieme abbiamo scritto un capitolo notevole e significativo”. L’annuncio dopo la sfilata-evento a Roma

La stilista italiana, prima donna alla guida creativa delle collezioni femminili di Dior, affida ai social il suo commiato. Ringraziamenti a Bernard e Delphine Arnault, ai team e agli atelier

di Ilaria Mauri
Maria Grazia Chiuri lascia Dior: “Insieme abbiamo scritto un capitolo notevole e significativo”. L’annuncio dopo la sfilata-evento a Roma

Maria Grazia Chiuri lascia Dior. Dopo quasi un decennio al timone creativo delle collezioni donna di Dior, la stilista romana ha comunicato la sua decisione di lasciare la maison. L’annuncio era nell’aria da tempo, l’assenza del brand nel calendario dell’Alta Moda parigina era apparsa fin da subito eloquente, e infatti è arrivato come previsto a meno di 48 ore dalla sfilata-evento a Villa Torlonia, nella sua Roma, per la Cruise 2026, attraverso un messaggio diffuso sui suoi canali social. Sotto la sua direzione creativa, Dior è diventato uno dei marchi del lusso con la crescita più rapida: al suo arrivo, nel 2016, il fatturato era di 39,5 milioni di euro, e nel 2023 era più che raddoppiato, schizzando a 86,2 milioni di euro. Certo, nemmeno lei è stata immune dalla crisi: le stime parlano di un calo a 84.683 milioni di euro, un dato più che comprensibile se lo si legge nel contesto dello scenario globale del momento, ma forse non apprezzato dalla proprietà. In questi nove anni è stata la “regina di Francia”, la prima donna alla direzione creativa di Dior, l’italiana chiamata a dirigere una delle case di moda più importanti del mondo, compito che ha svolto con lucidità e chiarezza d’intenti, mettendo al centro l’eccellenza artigianale, aprendosi al dialogo con l’arte e facendo delle sue creazioni un’espressione del suo impegno socioculturale.

L’annuncio
“Dopo nove anni, lascio Dior con la gioia di aver avuto questa straordinaria opportunità”, ha esordito Maria Grazia Chiuri nel suo comunicato, parole che riflettono gratitudine per il lungo e intenso percorso compiuto. Nel suo messaggio, la stilista ha voluto esprimere un profondo ringraziamento alle figure chiave che hanno creduto in lei e l’hanno supportata in questa avventura: “Vorrei ringraziare Monsieur Arnault [Bernard Arnault, Presidente e Ceo del gruppo LVMH, proprietario di Dior, ndr] per aver riposto la sua fiducia in me e Delphine [Arnault, figura di spicco del gruppo, ndr] per il suo supporto”. Ma la riconoscenza più sentita va ai collaboratori che hanno dato forma alla sua visione creativa: “Sono particolarmente grata per il lavoro svolto dai miei team e dagli atelier. Il loro talento e la loro competenza mi hanno permesso di realizzare la mia visione“. Una visione che, come ha sempre sottolineato nel corso del suo mandato, si è focalizzata su una “moda femminile impegnata, in costante dialogo con diverse generazioni di artiste donne”. Questo approccio, che ha spesso portato sulle passerelle di Dior messaggi femministi e collaborazioni con artiste contemporanee, ha definito in modo distintivo la sua direzione creativa, la prima interamente femminile nella storia della maison per le collezioni donna. Concludendo il suo messaggio, Maria Grazia Chiuri rivendica con orgoglio il lavoro svolto: “Insieme abbiamo scritto un capitolo notevole e significativo, del quale sono immensamente orgogliosa”.

Delphine Arnault, presidente e amministratore delegato di Christian Dior Couture, dichiara: “Estendo i miei più calorosi ringraziamenti a Maria Grazia Chiuri, la quale, sin dal suo arrivo da Dior, ha compiuto un lavoro straordinario con una prospettiva femminista ispiratrice e una creatività eccezionale, il tutto intriso dello spirito di Monsieur Dior, che le ha permesso di disegnare collezioni altamente desiderabili. Ha scritto un capitolo chiave nella storia di Christian Dior, contribuendo notevolmente alla sua rimarchevole crescita ed essendo la prima donna a guidare la creazione delle collezioni femminili”.

La sfilata Cruise 2026 a Roma
D’altra parte, sarà stata la pioggia o l’atmosfera nostalgica del suo Bal Blanc, ma la sfilata andata in scena la sera del 27 maggio a Villa Torlonia aveva tutto il sapore di un addio. Nella suggestiva cornice della tenuta romana in stile neoclassico, Maria Grazia ha creato un’immersione totale in un universo dove cinema, teatro, moda e arte si fondevano, si sfioravano, dialogavano tra loro. Il perfetto preludio a una collezione che tratta Roma come presenza impalpabile ma materica, tangibile, voluminosa. Una città dove, come per un'”incomprensibile incastro sovrannaturale”, tutto sembra restare al proprio posto, pur in un equilibrio precario, bastando forse un soffio a far crollare tutto. Musa della sfilata la figura di Anna Laetitia Pecci Blunt, la Contessa “Mimì“, spirito effervescente, nobile e coltissima mecenate, collezionista e anima di feste spettacolari tra Roma, Parigi e New York. Fu lei a fondare il Teatro della Cometa in Via del Teatro Marcello, descrivendolo come “un teatrino ispirato a quelli antichi di corte, cioè un teatro raccolto, prezioso e raffinato nei suoi dettagli”. Un luogo speciale che Maria Grazia Chiuri e la sua famiglia hanno recentemente acquistato (nel 2020) e restaurato, riaprendolo al pubblico proprio in questi giorni, creando un legame personale e profondo con la sua ispiratrice. Il substrato culturale e visivo della Cruise 2026 è il leggendario “Le Bal Blanc” organizzato nella Parigi degli anni ’30 da Mimì Pecci Blunt, “donna che ben al di là della mondanità aveva colto il potere trasformativo della Moda e degli abiti come codice non verbale con cui ci presentiamo al mondo”, come ha sottolineato la stilista romana. Un evento mitologico che ha fatto la storia dell’epoca e che Chiuri ha fatto rivivere nello spirito e nelle suggestioni creando un dialogo continuo tra sartorialità maschile e volumi femminili, tra Haute Couture e prêt-à-porter.

Arte, artigianato e femminismo: il suo lavoro da Dior
Nominata l’8 luglio 2016 come successore di Raf Simons, Maria Grazia Chiuri ha infatti scritto la storia diventando la prima donna alla direzione creativa delle collezioni femminili di Dior dalla sua fondazione nel 1947 (prima di lei, dopo monsieur Dior: Yves Saint Laurent, Marc Bohan, Gianfranco Ferré, John Galliano e Simons, appunto). Laureata all’Istituto Europeo di Design di Roma, con un passato fondamentale da Fendi (dove contribuì alla creazione dell’iconica borsa Baguette) e poi da Valentino (dal 1999, diventando co-direttrice creativa con Pierpaolo Piccioli nel 2008), Chiuri ha portato in Avenue Montaigne una moda pragmatica e fedele agli archivi, ma soprattutto una dimensione marcatamente sociale e femminista. Il suo manifesto programmatico fu chiaro fin dalla prima sfilata, il 30 settembre 2016: una T-shirt bianca con la scritta “We Should All Be Feminists“, citazione del saggio dell’autrice nigeriana Chimamanda Ngozi Adichie, diventata immediatamente un capo iconico e uno slogan globale. Salita alla ribalta delle cronache mondane nel 2017 con l’abito che creò per il matrimonio di Chiara Ferragni (poi copiatissimo dalle spose di tutto il mondo, ndr), si è affermata non solo per il suo talento creativo ma anche per il suo impegno come mecenate dei giovani artisti e le battaglie femministe. Ha portato nella maison parigina la sua visione inclusiva, creando spazi di dialogo tra moda e arte, coinvolgendo artiste come Judy Chicago, Tomaso Binga, Bianca Pucciarelli Menna: l’arte creata dalle donne ha invaso le ispirazioni delle collezioni e le scenografie delle sfilate, e la letteratura femminista ha avuto un’eco fondamentale. Attraverso il sostegno a creatività “estranee” alla moda, Chiuri ha modificato persino i classici di Dior. L’esempio più lampante è il lavoro sulla giacca Bar: quella creata da Monsieur Dior per il New Look del 1947 era rigida, con un bustier interno; lei l’ha scarnificata, sottraendole la rigidità per liberare la gestualità del corpo femminile. Magistrali, poi, le sue collezioni Cruise, da quella presentata in piena pandemia a Lecce, in Puglia, fino a quelle di Siviglia e Città del Messico.

Il Teatro della Cometa e il futuro di Chiuri e Dior
Oggi, con il suo addio, si chiude un capitolo di storia della moda in cui Dior, sotto la sua guida, si è affermato sul mercato ma soprattutto nell’immaginario (e nei guardaroba dell’élite dei clienti del lusso). Dove andrà ora? Neanche a dirlo, in molti vociferano di un suo ritorno da Fendi, marchio che le consentirebbe di tornare nella sua Roma e seguire anche il Teatro della Cometa che ha appena riaperto dopo anni di accurato restauro. Dopo anni di abbandono, oggi questo spazio torna ad aprire le sue porte al pubblico con un progetto profondamente personale e familiare della stilista, in cui sono coinvolti anche suo marito e i figli Rachele e Nicolò, e al momento è al centro delle attenzioni di Maria Grazia. Ecco perché, molto più realisticamente, si la stilista romana si prenderà una pausa per dedicarvisi appieno, prima di tornare sulle scene della moda in grande stile: d’altra parte, dopo esser stata la “regina di Francia“, al timone di una delle maison più importanti del lusso, può solo volare ancora più alto. E Dior? Anche su questo fronte i rumors imperversano e l’annuncio è atteso a giorni: pare che Jonathan Anderson sia già pronto a lavorare anche sulle collezioni donna oltre che su quelle uomo affidategli una manciata di settimane fa…

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