Bere responsabilmente e… a nome della scienza. L’Università di Navarra, in Spagna, ha dato il via a uno studio clinico tra i più ampi mai realizzati sul consumo di alcol. Diecimila volontari, uomini e donne tra i 50 e i 70 anni disposti a bere un bicchiere di vino rosso al giorno tutti i giorni per quattro anni. Il progetto si chiama “UNATI – University of Navarra Alumni Trialist Initiative” e vuole rispondere, dati alla mano, alla domanda che da anni divide il mondo medico: il vino, se consumato in dosi moderate e in un contesto di dieta mediterranea, può fare bene alla salute? Il ricercatore Miguel Ángel Martínez-González, a capo dell’iniziativa, spiega: “La progettazione di questa sperimentazione ha suscitato grande interesse perché, oltre a rispondere a domande molto pratiche, applicherà nuove tecnologie e consentirà quindi di ridurre al minimo il carico di lavoro dei medici ricercatori, senza interferire con la loro assistenza clinica”.
Il protocollo è preciso: due gruppi a confronto, uno con assunzione quotidiana di vino, l’altro senza alcol, ma con lo stesso stile alimentare. E il finanziamento arriva dallo European Research Council, per un totale di 2,4 milioni di euro. Patricia Romero-Marco, una delle ricercatrici coinvolte, sottolinea: “Si tratta di uno studio senza precedenti che definirà nuove raccomandazioni per la popolazione in merito al consumo di alcol”. E aggiunge: “Abbiamo bisogno di una ricerca di altissimo livello come la nostra per sapere quali consigli dare”. I volontari riceveranno supporto medico costante, consulenze nutrizionali, psicologiche e sessioni di gruppo online, con incontri ogni tre mesi. Le uniche visite in presenza avverranno a Soria, dove verrà analizzato anche l’impatto dell’alcol sulla qualità del sonno.
Il reclutamento è già partito e proseguirà fino a giugno 2025. Possono partecipare uomini tra i 50 e i 70 anni e donne tra i 55 e i 75 anni, che consumano almeno tre drink a settimana. Gli astemi sono esclusi. “I volontari riceveranno molti vantaggi”, spiega ancora Romero-Marco. “Chi si registra e firma il consenso informato riceverà assistenza gratuita da parte di professionisti sanitari altamente qualificati per quattro anni”. “Potrete scambiare ricette, parlare con altri e vedere come stanno implementando i loro miglioramenti”, dice la ricercatrice.
Non è la prima volta che il gruppo di ricerca lavora su studi che possono risultare “insoliti”. Romero-Marco ricorda anche un esperimento precedente, condotto con 40 suore clarisse di Soria: “Per 98 giorni hanno mangiato 150 grammi di torreznos due volte a settimana, fritti in olio extravergine di oliva e inseriti in una dieta equilibrata. Il risultato? Miglioramenti nei fattori di rischio e nella sindrome metabolica”.