Dateci oggi il nostro illuminato Bill Gates quotidiano. Ogni fine maggio di un lustro che finisce per cinque (2005, 2015, 2025, ecc…) piovono gli osanna per la preveggenza sociologica tecnologica culturale (chi più ne ha, più ne metta) del fondatore di Microsoft. Si tratta della celebrazione del famoso memorandum inviato ai suoi collaboratori che Gates scrisse il 26 maggio del 1995 con un titolo che sa di profetico: “L’onda anomala di Internet”. Il promemoria che pare una specie di lungo e ingiallito fax, emerse durante la lunga azione antitrust del Dipartimento di Giustizia contro Microsoft, durata dal 1998 al 2001.
Fu in quelle righe che Gates invece di concentrarsi soltanto sulla produzione di sistemi operativi per i computer (era l’epoca di Windows ’95) si dedicò alla lettura delle potenzialità dell’imminente rete web. “Internet è uno tsunami. Cambia le regole. È un’opportunità incredibile, ma anche una sfida incredibile”, scriveva l’allora 40enne occhialuto Bill. Curiosi anche alcuni stralci dell’epoca che oggi risultano naif. “Incredibilmente è più facile trovare informazioni sul Web che sulla rete aziendale Microsoft. Questa inversione, in cui una rete pubblica risolve un problema meglio di una rete privata, è davvero sorprendente”. E ancora: “Penso che praticamente ogni PC verrà utilizzato per connettersi a Internet e che Internet contribuirà a mantenere un buon andamento degli acquisti di pc per molti anni a venire. I pc si connetteranno a Internet in diversi modi. Una normale chiamata telefonica utilizzando un modem a 14,4 kb o 28,8 kb sarà la più diffusa nel prossimo futuro”.
Dopodichè Gates tra la previsione di un’altra pandemia globale (nel 2024 “era inevitabile nei prossimi 25 anni”; nel 2025 “nei prossimi quattro anni è compresa tra il 10% e il 15%”) e una separazione milionaria – questa non prevista in alcun memorandum – con la moglie Melinda nel 2021, pochi mesi fa il fondatore di Microsoft ha ovviamente seguito il coro generale ricordando che il futuro sarà in mano all’Intelligenza Artificiale: “Nei prossimi cinque anni non dovrai utilizzare app diverse per attività diverse. Dirai semplicemente al tuo dispositivo, nel linguaggio di tutti i giorni, cosa vuoi fare (…) Nel prossimo futuro, chiunque sia online sarà in grado di avere un assistente personale alimentato dall’intelligenza artificiale che va ben oltre la tecnologia di oggi”.