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“Per Pippo Baudo avevo il potenziale di Madonna. Ho lasciato la discografia mentre ero in classifica e mi hanno dato della pazza”: Mariangela Argentino scende in politica e si racconta

Nei primi anni Duemila la cantante ha conosciuto la fama con brani come “M'ama o m'amerà” e “Ninna nanna”, ma oggi è pronta per la discesa in politica. FQMagazine l'ha rintracciata per sapere qualcosa di più sul cambio vita dell'ex popstar

di Emanuele Corbo
“Per Pippo Baudo avevo il potenziale di Madonna. Ho lasciato la discografia mentre ero in classifica e mi hanno dato della pazza”: Mariangela Argentino scende in politica e si racconta

Il 25 e il 26 maggio prossimi i cittadini di Rende (Cosenza) che si recheranno alle urne per le elezioni amministrative troveranno sulla scheda elettorale anche il nome di Mariangela Argentino come candidata al consiglio comunale. I Millennials probabilmente si ricorderanno di lei come una delle partecipanti di “Superstar Tour”, il talent di Italia 1 che nel 2003 sfornò – senza successo – un trio tutto al femminile, le Lucky Star. Una delle 3 vincitrici, Emma Marrone, dopo diversi anni sarebbe davvero diventata una star, ma questa è un’altra storia.

In seguito a quell’esperienza Mariangela riuscì ugualmente a ritagliarsi un posto al sole nella discografia italiana, merito di hit come “M’ama o m’amerà” – scritta anche da Gabry Ponte – che divenne per molto tempo uno degli stacchetti di punta delle Veline di “Striscia la notizia”. Nel 2007 il Festival di Sanremo ma poi di lei si sono perse le tracce. FQMagazine l’ha rintracciata per capire cos’è successo e per saperne di più su questa inaspettata discesa in politica dell’ex popstar.

Da dove nasce l’idea di candidarti?
Non era nei miei piani, ma mi è stata fatta la proposta da una persona che stimo molto, Giovanni Gentile, presidente de “La Rende che vuoi”, lista civica di cui ora faccio parte. È un movimento con il quale mi trovo in linea, fatto di persone che condividono un pensiero liberale di politica a servizio della comunità.

Hai sempre avuto un interesse per la politica?
Prima di avere successo come cantante frequentavo proprio Scienze politiche alla Sapienza. Penso che chiunque dovrebbe interessarsene per senso civico.

Nell’annunciare la tua candidatura hai dichiarato: “La musica insegna all’ascolto, la politica, se vuole essere utile, dovrebbe fare lo stesso”. Pensi che la politica sappia ancora ascoltare?
A livello comunale e provinciale secondo me è ancora possibile riuscire a creare un contatto. La lista di cui faccio parte non è costituita da politici di professione, ma perlopiù da tecnici specializzati in settori differenti che vogliono semplicemente fare la differenza, promuovere e supportare cittadini meritevoli e soprattutto giovani.

È una lista che afferisce al centrodestra. Quali battaglie condividete?
La mia lista sostiene la candidatura a sindaco di Marco Ghionna, presidente dell’ordine provinciale degli ingegneri di Cosenza, persona preparata con un programma molto dettagliato e secondo me realizzabile, perché lui mette d’accordo individui con ideologie diverse dal punto di vista politico ma con una visione comune.

Come riuscite a far convivere idee politiche diverse?
Il mio pensiero politico è più spostato verso un liberal-socialismo, ma in ambito provinciale e regionale non è così fondamentale essere chiusi in staccionate politiche, perché il bene comune è proprio un’altra cosa.

E a livello nazionale quali sono i punti di contatto tra te e l’ala di centrodestra oggi al potere?
Io credo fortemente in una cultura della pace, del dialogo, del rispetto dei diritti umani. Quello che sta succedendo è a dir poco sconcertante e dovrebbe chiamare alla riflessione profonda su come costruire un mondo più giusto.

Tu sei piacentina, come sei finita a Rende?
Il mio compagno è di Rende. Abbiamo vissuto tanto tempo a Milano, dove abbiamo dato vita ad Alchèmia, accademia di alta formazione musicale, e anche qui faremo in modo di creare un centro che dia spazio a persone meritevoli. Ho deciso di far nascere qui mia figlia che ha quasi un anno, lo trovo veramente un posto speciale, oltre al fatto che c’è UniCal, università che ospita studenti da tutto il mondo.

Non hai paura che un giorno tua figlia debba andare via per trovare lavoro?
Fare esperienze nel mondo è bellissimo se è una tua scelta, se diventa un obbligo perché dove vivi non ci sono opportunità allora è molto triste. Mi rimetto ad una frase di Richard Branson, capo del gruppo Virgin, che diceva: “Fai crescere le persone a tal punto che potrebbero andare via, ma trattale così bene che non vorranno farlo”. È anche lo slogan della mia campagna: “Diventa chi vuoi e scegli di restare”. Io sono cresciuta in un posto dove la meritocrazia era alla base di tutto, e così deve essere anche qui.

Di che cosa ti stai occupando a Rende?
Nell’ultimo anno sto facendo molto la mamma, ma sto anche lavorando in un centro finalizzato all’arte per supportare giovani di talento, perché ai tempi per me è stato difficile accettare il fatto di essere un “oggetto” in mano di terzi. Voglio evitare che altri incappino nelle problematiche che ho avuto io.

Ci arriviamo, ma ora torniamo al 2003 quando partecipi a “Superstar Tour”, programma nato sulla scia di “Popstar”.
Da tempo studiavo e mi preparavo come musicista. Avevo già fatto qualcosa in ambito dance e avevo seguito “Popstar”. Dopo “Superstar” sono riuscita ad avere un contratto discografico, ma ai tempi chi usciva dai talent non era considerato un gran professionista.

Lo scopo della trasmissione era formare un trio pop, ma ti ci saresti vista in un contesto di gruppo?
Ci studiavano anche come profili psicologici, ricordo che ci facevano un sacco di test. Sicuramente al tempo non ero molto adatta perché il mio modo di pensare la musica era abbastanza diverso e forse, permettimi, ero anche troppo preparata per quel tipo di progetto. Sicuramente mi sarei adattata nel caso in cui mi avessero scelta, ma alla fine, secondo me, è andata meglio così.

Una delle tre vincitrici fu Emma Marrone, che ricordi hai di lei?
Sicuramente aveva un grande carisma, la ricordo come una grande trascinatrice all’interno del gruppo. Con lei e con le altre partecipanti giunte alla fase finale siamo state insieme diversi mesi, perché oltre a fare il programma viaggiavamo insieme e vivevamo tutte in albergo.

Com’era la convivenza tra ragazze che lottavano per uno stesso sogno?
Non era semplice, eravamo tutte molto piccole e soprattutto sotto pressione: non ci facevano vedere né amici né parenti. All’interno del programma si esasperavano piccole scaramucce che in realtà non erano così evidenti.

Nel 2005 hai toccato con mano il successo con “M’ama o m’amerà”, che fu utilizzato come stacchetto dalle veline di “Striscia”.
Sentirlo in tv è stato una sorpresa, perché era iniziata la promozione in radio ma non era ancora successo granché. Quando ho visto che lo passavano a “Striscia la notizia” mi è venuto un collasso! Lo hanno tenuto come stacchetto per due anni: da una parte è stata una grande fortuna, dall’altra togliermi l’etichetta di “cantante delle Veline” è stato difficile.

Come era cambiata la tua vita in quel periodo?
Tantissimo, viaggiavo tutti i giorni. Ai tempi c’era la moda delle suonerie e sentivo la mia canzone sui telefonini dei più piccoli così come su quelli delle persone anziane. Mi veniva da ridere perché ancora non si conosceva bene il mio volto ma la mia voce era veramente dappertutto.

Due anni dopo sei arrivata a Sanremo. Sei stata scelta personalmente da Pippo Baudo?
Sì, mi volle così tanto che aggiunse un posto per farmi entrare nel cast dei giovani. Mi fece un complimento gigantesco, disse che secondo lui avevo il potenziale di Madonna. Credeva moltissimo in me. Il giorno dell’audizione in auditorium a Roma, dopo aver cantato “Ninna nanna”, mi chiese di suonare Bach.

Scusa?
Per lui era fondamentale che fossi una musicista, e avendo letto sul curriculum che suonavo il pianoforte voleva che gli facessi sentire qualcosa.

Baudo è noto per intervenire personalmente con consigli sui brani da portare in gara e su come rendere al meglio la performance. Fece così anche con te?
Sì. “Nina nanna” è una canzone che sembra molto semplice, in realtà è difficile da cantare perché rimane sempre sulle stesse note e bisogna dare continuamente colore a qualcosa che non si muove molto. Lui mi consigliò di aggiungere uno special, che è poi la parte in cui la voce sale e c’è un’evoluzione armonica molto bella. Io ero completamente d’accordo con lui perché avevo già proposto la stessa cosa alla mia casa discografica che però me l’aveva rifiutata. Grazie a lui venne aggiunto.

Dopo quel periodo in rampa di lancio che cosa è successo?
Ho deciso di andare via dalla discografia mentre ero in classifica. Tutti mi hanno dato della pazza, non riuscivano a rendersene conto, però non mi sentivo libera e non mi piaceva dover riflettere i desideri di terze persone che non per forza avevano la verità in tasca sul mio futuro artistico. È stato lì che ho deciso di intraprendere il progetto Alchèmia, proprio per supportare le persone evitando che avessero i problemi che ho avuto io.

Non hai mai pensato di tornare sulle scene?
Negli anni ho avuto diverse proposte e continuano ad esserci persone che mi chiedono di ritornare. Non lo so, mai dire mai, in fondo non avrei mai immaginato di buttarmi in politica. Per il momento, però, preferisco dedicarmi agli altri.

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