Musica

“Dopo l’eliminazione ad Amici travolto d’affetto. Studio giorno e notte per la maturità. TrigNO ricorda mio fratello. Sogno di collaborare con Olly”: parla Nicolò

Il cantautore presenta l'Ep “Un'ora di follia” a FqMagazine e traccia un bilancio della sua esperienza dentro il talent show di Maria De Filippi

di Andrea Conti

La sua eliminazione ad un passo dalla Finale di “Amici di Maria De Filippi” ha scatenato un dibattito infuocato sui social tra fan. Nicolò Filippucci era uno dei cantanti più amati di questa edizione, ma il suo percorso si è fermato alla Semifinale. Il cantautore ricorda Shawn Mendes (“l’ho ascoltato moltissimo e dovevo andare ad un suo concerto”), ma ha le idee chiare sullo spazio che vuole occupare nel mondo della musica.

A FqMagazine si racconta e presenta il suo Ep “Un’ora di follia”. Nella tracklist i brani già pubblicati “Non mi dimenticherò”, che ad oggi conta 1,3 milioni di streaming su Spotify, “Yin e Yang” e “Cuore bucato” (1.4 milioni di stream) di Giordana Angi e “Un’ora di follia”, oltre ai due inediti “Occhi stanchi” e “Mi sono innamorato di te”.

L’inedito che non hai presentato ad “Amici” è “Occhi stanchi” di cosa parla?
“Occhi stanchi” è nato in casetta e parla di ciò che è accaduto a una mia amica, quindi non parla effettivamente del mio vissuto. Ha perso una persona cara, così ho cercato di immedesimarmi nel sentimento della perdita. Mi ha molto colpito la sua storia.

Ha vissuto anche tu la perdita?
Un po’ l’ho vissuta con mio nonno che però non ho mai conosciuto. Mi è stato raccontato che anche lui scriveva canzoni ed era musicista. La mia parte musicale l’ho ereditata da lui ma anche dai miei genitori. Però mi piaceva pensare a questo ponte di collegamento con mio nonno e quindi alla sua mancanza.

In cosa sei cambiato dopo l’esperienza ad “Amici”?
Ho iniziato ad ascoltare tanta nuova musica su consiglio dei vocal coach, dei musicisti, ma anche dei ragazzi in casetta. Ho scoperto che è molto utile andare alla scoperta degli artisti emergenti… Dagli ascolti che facevo in famiglia ho sempre amato le belle voci da Tiziano Ferro a Giorgia. Quindi questo passaggio mi ha fatto crescere. Ora ho un background musicale molto più ampio di prima, da cui posso attingere. Ho iniziato anche a fare molta più attenzione ai testi.

Chi delle nuove proposte ti ha colpito in particolare?
Seguivo Olly già prima del Festival di Sanremo. Mi piace molto come scrive e come performa sul palco.

Ti piacerebbe collaborare con lui?
Ma magari. Quando vuole sono a disposizione!

Di cosa hai paura?
Del futuro. Ma da quando sono uscito dalla scuola e mi sono scontrato con la realtà ho meno paura.

Perché?
Dentro non ci rendiamo conto tanto di quello che c’è fuori. La paura per me era effettivamente di non riuscire a sostenere magari una carriera. Noi dipendiamo molto dal pubblico ovviamente e i mie dubbi erano legati al fatto che non riuscivo ad arrivare alla gente oppure al fatto di non riuscire a metter giù delle basi solide per la mia carriera.

Una volta uscito fuori dopo l’eliminazione ti aspettavi di essere travolto dall’affetto?
Per nulla. Mi ha colpito la quantità di persone che dicevano che ero effettivamente bravo. E la cosa mi ha colpito parecchio.

Come mai?
Sono molto severo con me stesso, quindi sono poche le poche volte mi dico ‘sei bravo’. Non mi aspettavo davvero l’attenzione di tutte queste persone, perché so benissimo di avere dei difetti e dei punti dove devo migliorare. Mi sento la stessa persona di quando sono entrato in casetta a settembre. Sono un ragazzo semplice, quindi tutto questo affetto e questa attenzione mi stranisce un po’, ma è molto bello perché non mi aspetto mai nulla.

Cosa è piaciuto di te?
Molte persone mi hanno detto di aver apprezzato il mio modo di fare, la mia educazione e, secondo me, la naturalezza forse perché io ho sempre cercato di essere quello che ero. In ogni circostanza.

La disciplina deriva dai tuoi dieci anni di pallanuoto?
Assolutamente sì. Il mio impegno, deriva moltissimo dallo sport.

Perché hai lasciato lo sport?
Avevo avuto dei dissapori con la mia società. Davanti alla possibilità di un trasferimento di città, abbiamo valutato con la mia famiglia e abbiamo deciso di rinunciare. Forse era meglio aspettare, non me la sentivo di spostarmi. Poi ho deciso di dedicarmi alla musica.

Decisione sofferta?
È stato piuttosto difficile, avevo 16 anni. La pallanuoto aveva un ruolo centrale nella mia vita. Faccio sport da quando avevo 4 anni, il mio era proprio un bisogno fisico. Era la mia valvola di sfogo e mi divertivo. Poi ho scoperto la musica e le cose sono cambiate. Ricordo una frase che mi ha detto Francesca Bosco: ‘devi vivere di più le tue emozioni’…

Perché reprimevi le tue emozioni?
Mettevo un muro. Per paura di soffrire, credo. Ma mettendo da parte certe sensazioni e sentimenti, in realtà non facevo altro che accumulare stati d’animo e situaizoni. Avevo paura di affrontarle.

E quando hai sbloccato tutto questo?
Ancora non mi sento completamente sbloccato, ma sicuramente sono immerso in un percorso di crescita esatto e devo dire che la mia fortuna è stata iniziare parallelamente con la musica, che mi ha aiutato tanto. Il fatto di esibirmi tutti i giorni e di provare mi aiutava tanto a sfogarmi.

Ma è vero che non ti sei mai innamorato?
Vero. Ho provato delle emozioni forti, ma innamorato no. Sono consapevole che non esiste con l ‘innamoramento da film, cioè poi magari esiste pure, non lo so…E poi, anche se non si vede, sono molto timido, non sono mai quello che fa il primo passo.

Cosa ha rappresentato per te TrigNO?
Casa.

In che senso?
Mi ricordava moltissimo mio fratello. Duro all’esterno, ma dolce e disponibile. Hanno anche la stessa età. Mi sono divertito tantissimo a cantare con lui.

Volevi arrivare in Finale?
Mi sarebbe piaciuto tantissimo, non tanto per vincere per quanto io possa essere sportivo e competitivo. La cosa che, forse, mi è dispiaciuta di più è il fatto di non aver completato il percorso perché ero dentro la scuola sin dalla prima puntata e arrivare fino in fondo avrebbe chiuso un cerchio.

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