La boxe italiana piange Nino Benvenuti, da Damiani a Oliva: “L’idolo di una generazione. Combatteva come Muhammad Alì”

“Quella di Benvenuti è una grave perdita, mi dispiace molto: lascia un grande vuoto nel pugilato”. L’ex campione del mondo dei pesi massimi Francesco Damiani ricorda così all’Adnkronos la leggenda del pugilato italiano Nino Benvenuti, morto oggi all’età di 87 anni. Tutta la boxe, italiana e non solo, piange per l’addio di un mito.
“Lui era una grande persona, da bambino lo guardavo sempre e i primi ricordi che ho della boxe sono proprio gli incontri di Nino che vedevo con mio padre. – aggiunge Damiani – Lui era un eroe degli anni ’60, l’idolo di una generazione. Ho avuto la fortuna di conoscerlo quando ho intrapreso la carriera da pugile, come nella Coppa del Mondo a Roma, quando lui era ospite della Federazione e io un dilettante: ci premiò e ci fece i complimenti, lo ricordo ancora adesso”. Damiani ha quindi ammesso: “Eravamo tutti molto orgogliosi di Benvenuti, – l’unico pugile italiano ad aver detenuto il titolo mondiale unanimemente riconosciuto di due categorie di peso, medi e superwelter – lascia un grande vuoto. L’ho incontrato anche da allenatore, come nel torneo di Carnera a Udine a cui lui era sempre presente, ed è sempre stato bello stare in sua compagnia“, conclude l’argento olimpico di Los Angeles ’84.
“E’ stato il più grande pugile italiano, il mio faro, quello che mi ha ispirato nel combattere alla sua maniera: toccare e uscire”, dice invece a LaPresse Patrizio Oliva, campione olimpico di pugilato a Mosca 1980. “E’ stato il primo che mi ha visto combattere da ragazzino a Torino e disse ‘questo ragazzino mi somiglia e può essere il mio erede‘. Era il mio primo titolo italiano e avevo 17 anni”, aggiunge l’ex pugile napoletano campione del mondo. “Sono sempre stato in contatto con lui, è nata una grande amicizia. Lo reputo un grande pugile ed è stato quello che ha pubblicizzato in maniera positiva il nostro sport. Era elegante nei modi, un signore, con lui il pugilato ha vissuti anni di grande rispetto grazie a Nino Benvenuti”, sostiene Oliva. Insieme erano accomunati proprio dalla medaglia d’oro alle Olimpiadi. “Lui ha vinto l’oro nel 1960 a Roma e io nell’1980 a Mosca, ma siamo stati gli unici pugili italiani ad aver vinto sia l’oro olimpico che la coppa di miglior pugile delle Olimpiadi”. Infine l’eredità di Nino Benvenuti. “Ci lascia un patrimonio pugilistico di grande sapienza tecnica, di grande classe. Ha fatto un pugilato bello da vedere, come una scherma, aveva un modo di combattere spettacolare come Muhammad Alì. Era un pugile completo perché era anche potente e poi è stato l’uomo che ha fatto conoscere il pugilato facendo avvicinare a questo sport tantissime persone”, conclude Patrizio Oliva.
“Nino Benvenuti è stato un grande campione, un grande punto di riferimento per tutti gli atleti italiani che hanno cominciato a sognare le Olimpiadi. Me compreso”, dichiara a LaPresse l’ex pugile Roberto Cammarelle, medaglia d’oro ai Giochi di Pechino del 2008. “Io ho un grande ricordo di lui, soprattutto olimpico e nella fattispecie quello di Pechino, dove ho vinto, perché siamo stati insieme per un po’, poi lui ha commentato la mia vittoria in Rai e quindi ho un buonissimo ricordo del Nino post carriera”. Cammarelle quindi prosegue: “Di lui ho visto qualche filmato, i vecchi incontri, ma non tutti. Lui ricorreva sempre in tutte le interviste, non solo le mie, perché tutti dicevano ‘dopo Nino Benvenuti un altro campione olimpico’, oppure ‘finalmente, il pugilato ne aveva bisogno'”. E conclude: “Nino Benvenuti era per ogni pugile lo zio di famiglia, perché lo conoscevano tutti, e tutti ne avevano sempre sentito parlare”.
Anche il presidente del Coni Giovanni Malagò commenta sui propri account social la scomparsa di Nino Benvenuti: “Sei entrato nell’Olimpo e hai dominato sul ring diventando un’icona senza tempo. Hai conquistato il Mondo, vincendo i Giochi di Roma ’60 e poi i titoli iridati, regalando al pugilato e a tutto lo sport italiano un esempio sinonimo di orgoglio. Ciao Nino. Le tue gesta, il tuo sorriso, la tua classe rimarranno un marchio di fabbrica intramontabile. Sei stato un campione straordinario, rimarrai una leggenda, un mito per sempre”.
Ai messaggi di cordoglio si è quindi aggiunto il presidente della Federazione pugilato italiana (Fpi) Flavio D’Ambrosi: “I grandi uomini fanno grande lo sport. Nino ci ha lasciato, ha lasciato il suo ring, la sua nobile arte e quanti lo hanno amato. Tuttavia, il suo ricordo rimarrà indelebile, la sua figura è già mito e leggenda. L’Italia pugilistica e tutto il mondo sportivo lo ricorderanno per sempre. Stile, eleganza e raffinatezza dentro e fuori dalle 4 corde, spesso mio padre mi ha raccontato le tue straordinarie vittorie e quel tuo essere uomo da popolo della boxe”, scrive D’Ambrosi sul proprio account X. “Da campione olimpico a campione mondiale, hai regalato agli italiani quel senso di appartenenza e orgoglio che solo i grandi personaggi possono dare. Caro Nino sei stato quel raggio di sole che ha illuminato il pugilato italiano anche all’imbrunire dei tempi moderni. Sei nella storia e nei cuori di tutti coloro, tanti, che ti hanno amato. Condoglianze ai familiari e ai suoi cari”.