Foto pedopornografiche e contenuti di stampo nazista in una chat di atleti di sci nordico: gli accusati patteggiano

Nella chat WhatsApp chiamata Francesco Totti di un gruppo di atleti di sci nordico, diffondevano “immagini e video a contenuto pornografico e pedopornografico, anche di atlete minorenni e maggiorenni tesserate Fisi (Federazione Italiana Sport Invernali), senza il loro consenso“. Come riporta il Corriere del Veneto, ieri (14 maggio) l’allenatore e un atleta di 20 anni che erano dentro alla chat hanno patteggiato la pena: per il primo un anno e 3 mesi oltre a 6mila euro di multa, per il secondo 10 mesi di reclusione e 4mila euro di multa. Entrambi sono accusati di diffusione illecita di immagini o video sessualmente espliciti e di propaganda e istigazione a delinquere per motivi di discriminazione razziale etnica e religiosa, ma potranno usufruire della sospensione condizionale della pena.
Stando all’accusa, il direttore tecnico del team (uomo di Bassano allora 36enne e sottufficiale dell’esercito), incentivava i ragazzi a pubblicare su WhatsApp quelle foto, soprattutto se si trattava di atlete conosciute a più individui del gruppo, assicurando in cambio agli allievi un posto in squadra nelle gare successive. Ma non è tutto. Quella chat veniva poi usata per veicolare frasi razziste e xenofobe e veniva fatta apologia di fascismo. In aggiunta alle immagini pedopornografiche delle atlete minorenni, nella chat si titolavano notizie di cronaca dandole un taglio razzista. Ad esempio, un atleta scriveva: “Incidente a Milano, macchina guidata stranamente da un nero”, e l’allenatore rispondeva: “Sono abituati ai cammelli”. Ma il tecnico commentava anche affermando: “Un negro in un fosso è sempre un bel buongiorno”. Tra i messaggi degli atleti, si leggeva: “Sono in bus accerchiato da negri”, con risposte come “Falli fuori”. Nella chat venivano condivise anche immagini di stampo nazista, come un fotomontaggio di Hitler che abbraccia Anne Frank.
In un caso, l’allenatore aveva inviato foto e video di una collaboratrice mentre si stava allenando, inquadrandola dal busto in giù per metterle in risalto i glutei, accompagnando il messaggio con “Io ho fatto la mia parte oggi”. Uno degli atleti, però, ha rivelato ai genitori i contenuti della chat, e la notizia si è diffusa tra i genitori degli atleti in varie province del Veneto e nel Veronese. Il 36enne, secondo l’accusa, ha quindi deciso di abbandonare il gruppo, scrivendo: “Penso capiate che la mia presenza è un po’ borderline, visto il ruolo che ho, io esco per evitare possibili casini”. Ma non gli è servito. I contenuti della chat sono finiti al tribunale sportivo e a quello militare. La Corte Federale d’appello della Fisi ha sospeso l’allenatore per 6 mesi, mentre il tribunale militare ha archiviato il caso. Nel 2024 si è aperto anche un procedimento penale, conclusosi ieri con il patteggiamento.