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Concita De Gregorio parla del cancro al seno: “La malattia mi ha insegnato a dare un altro valore al tempo. Ho temuto che il mio corpo non si aggiustasse più”

In una lunga intervista a Vanity Fair, l’ex direttrice di L’Unità ha spiegato che nel 2022 le hanno trovato un tumore al seno in uno stadio avanzato

di F. Q.
Concita De Gregorio parla del cancro al seno: “La malattia mi ha insegnato a dare un altro valore al tempo. Ho temuto che il mio corpo non si aggiustasse più”

“La malattia mi ha insegnato a dare un altro valore al tempo e a riconoscere il senso profondo della cura e dell’amore”. Così racconta Concita De Gregorio il cuore del suo primo romanzo, Di madre in figlia, uscito per Feltrinelli, e che verrà presentato al Salone del Libro di Torino nelle prossime ore. In una lunga intervista a Vanity Fair, l’ex direttrice di L’Unità ha spiegato che nel 2022 le hanno trovato un tumore al seno in uno stadio avanzato. “Mi sono fermata perché il mio corpo si era guastato e mi sono trovata di fronte alla possibilità che non si aggiustasse più. Era del tutto imprevedibile: viaggiavo ai 200 all’ora e, all’improvviso, la macchina si è fermata. Ho dovuto spegnere tutto e mettere al centro dei miei sforzi il desiderio di restare in vita per me e per i miei figli”, ha raccontato De Gregorio ricordando che “il senso del tempo” ora per lei è cambiato e che se da giovane “ero una vecchia, oberata da senso del dovere e molto saggia, adesso posso fare il contrario, prendermi la mia libertà”.

La trama del libro vede tre personaggi femminili protagoniste: una nonna, una madre, una figlia e un’estate passata insieme da figlia e nonna con la madre impaziente e un segreto antico tutto al femminile da svelare. “Ho passato anni a cercare i cognomi delle mie antenate, a ricostruire la linea materna. Ma già alla terza generazione, la storia delle madri si perde: seguiamo sempre quella paterna. Eppure è dalla linea femminile che ereditiamo molto: caratteri, tratti, inclinazioni. È come un Dna affettivo e invisibile”, ha spiegato la giornalista che ha poi aggiunto di essere fiera di aver raccontato in pubblico la sua malattia. “Chiudersi è una prigione, che ti lascia da solo con il tuo dolore. Condividerlo, invece, è un atto di cura, per sé e per gli altri. Quando ho avuto il cancro, appena ho potuto, l’ho raccontato. Perché no? Perché vergognarsene?”.

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