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“Macabra non è la nostra esibizione, ma un mondo in cui si amazzano i bambini”: i Patagarri replicano alle polemiche per il Concertone

Durante il Concertone del Primo Maggio la band aveva urlato "Free Palestine", invitando il pubblico a ripetere lo slogan

di F. Q.
“Macabra non è la nostra esibizione, ma un mondo in cui si amazzano i bambini”: i Patagarri replicano alle polemiche per il Concertone

“A chi ha definito la nostra esibizione di ieri macabra rispondiamo che per noi macabro è un mondo nel quale migliaia di bambini vengono ammazzati, gli ospedali bombardati, i civili sterminati. Un mondo nel quale chi chiede la pace viene accusato di creare divisioni e di generare odio antisemita”. Così i Patagarri, band dell’ultima edizione di X Factor, replicano alle polemiche scoppiate per il grido “Free Palestine” lanciato sul palco del Concertone del Primo Maggio, invitando il pubblico a ripetere lo slogan. La loro dichiarazione sul conflitto a Gaza è stata duramente criticata dalla Comunità Ebraica di Roma, con il presidente Victor Fadlun che ha definito l’atto “ignobile” e “macabro”, e anche dal Times of Israel; ma la band ha replicato prontamente alle accuse di antisemitismo mosse da esponenti della politica e dell’associazionismo.

Lo ha fatto con un post su Instagram in cui sottolinea: “Siamo esseri umani che non riescono a stare in silenzio di fronte alla morte e alla distruzione, musicisti che hanno imparato dalla musica a cercare quello che unisce e non quello che divide, a far funzionare un insieme composto da diversità”. “Abbiamo suonato una canzone della tradizione ebraica, che da tempo fa parte del nostro repertorio e ne fa parte perché noi non siamo mai stati contro una popolazione o l’altra. Ma abbiamo sentito la necessità di privarla del testo originario, che parla della gioia di stare insieme, per sottolineare che da troppo tempo, nel Medio Oriente, quella gioia non esiste più. Abbiamo così voluto testimoniare le storie dei civili, cioè di chi paga il prezzo più alto durante le guerre, perché vittime innocenti”, puntualizzano.

“Qualsiasi report internazionale sottolinea che il prezzo in termini di morti, feriti, mutilati. che la comunità palestinese sta pagando in seguito alla guerra è inaccettabile. Con la nostra testimonianza non abbiamo fatto altro che ribadire dati oggettivi“. E poi concludono: “Mettiamoci allora d’accordo su quali sono le parole giuste per chiedere che i bambini non muoiano più, che gli ospedali non vengano più bombardati, senza essere accusati di invocare la distruzione del popolo israeliano, senza finire in questa trappola retorica dell’antisemitismo, accusati per tramite di sofismi insopportabili, mentre la gente continua a morire

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