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“Il cardinale credeva che Casa Santa Marta fosse gratis e ha svuotato il minibar dei liquori. Poi è arrivato il conto”

Sul Corriere della Sera, l’arcivescovo in pensione Anselmo Guido Pecorari, 79 anni, si lascia andare e descrive alcuni episodi di vita vera dei porporati che attendono il Conclave
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Il dietro le quinte dei giorni che precedono il Conclave, tra uscite cardinalizie e routine fino alla chiusura in Cappella Sistina per l’elezione del nuovo Papa. I carciofi alla romana, le partite di tennis del porporato che non sa gestire la sconfitta perché “odia perdere” e la convinzione che l’alloggio a Santa Marta fosse gratis. Ma arriva la fattura, e visto che il frigo bar è stato svuotato dei liquori mignon, pure quelli finiscono sul conto del disappunto. È un racconto divertente e umano quello che l’arcivescovo in pensione Anselmo Guido Pecorari, 79 anni, mantovano, fa a Fabrizio Caccia sul Corriere della Sera, mentre è attovagliato davanti a birra e panino. Un pranzo “leggero”, dice, dopo che “ieri sera col mio amico cardinale Mario Zenari, veronese, nunzio apostolico in Siria, siamo stati al ristorante La Taverna, all’angolo tra via Candia e via Tunisi e ci siamo spazzolati degli ottimi carciofi alla romana che non vi dico. Un piatto che a lui lo fa impazzire, mica li trova i carciofi in Siria…”.

Tra gli aneddoti che racconta e il dietro le quinte di uno degli eventi più attesi e misteriosi al mondo, colpisce in particolare il racconto fatto sulle “avventure” da Casa Santa Marta, la struttura alberghiera riservata ai religiosi nella quale viveva anche Bergoglio. E dove oggi soggiornano tanti dei cardinali chiamati a scegliere il prossimo Pontefice. “Non posso dirvi il nome perché è un mio caro amico – continua Pecorari -, ma un cardinale straniero che pensava fosse tutto gratis ha invitato in stanza un po’ di colleghi per chiacchierare dopo cena e così presto hanno finito tutti i liquori mignon del frigo-bar. Solo che poi lui se li è ritrovati sul conto e c’è rimasto male”.

Nel tran tran delle giornate “tutte uguali” che precedono il Conclave, la routine è questa: “bisogna andare nell’Aula Paolo VI due volte al dì per le Congregazioni generali, partecipare a San Pietro alle messe dei novendiali, visitare le chiese di riferimento, incontrare i fedeli. Così c’è chi prova ogni tanto a rilassarsi”. Protagonista dell’aneddoto sul relax è il cardinale spagnolo Santos Abril y Castelló. Pecorari si lascia andare su di lui, rivelando la sua passione per il tennis e i suoi trucchi per sfuggire alla sconfitta. Appena può va a giocare, ma “odia perdere e così s’è inventato un’escamotage: quando la partita butta male fa un cenno al suo assistente fuori campo, il quale dopo qualche secondo, mentre il match è in corso, lo interrompe dicendo che qualcuno sta cercando urgentemente al telefono il cardinale. E il set è salvo…”. Tutti passatempi e incontri che dall’inizio del Conclave alla sua fine saranno sospesi.

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