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“Vivere a Milano è un lusso. I prezzi? Cresceranno. In centro ci saranno solo super ricchi. Il futuro sarà fuori città”: parla l’immobiliarista Lorenzo Magni

L'agente immobiliare analizza il mercato del capoluogo lombardo

di F. Q.
“Vivere a Milano è un lusso. I prezzi? Cresceranno. In centro ci saranno solo super ricchi. Il futuro sarà fuori città”: parla l’immobiliarista Lorenzo Magni

Il pubblico televisivo conosce Lorenzo Magni perché fa parte del cast di “Casa a Prima Vista“, programma cult di Real Time. Nella vita lavora come agente immobiliare da Engel & Völkers. L’immobiliarista è stato intercettato da Fanpage per analizzare soprattutto il mercato della città di Milano.

Milano sta diventando una città esclusiva. – spiega subito – All’interno della circonvallazione, almeno, è già così. Il rischio di allontanare i suoi abitanti c’è, e al momento questo sta accadendo. Presto in centro saranno solo fondi internazionali, stranieri e super ricchi… ma non è detto che sarà sempre così. Sarà necessario allargare il concetto di centro, come è accaduto nelle altre capitali internazionali. A Milano non ci sono solo i 117mila milionari delle classifiche, insomma”.

L’obbiettivo è che ci siano “investimenti reali. Sui trasporti innanzitutto, per collegare le zone più periferiche, l’hinterland e le grandi città vicine come Torino. Abitare fuori dal centro, se è comodo da raggiungere in poco tempo, dovrà essere un valore aggiunto”.

Sugli affitti brevi o lunghi: “In realtà c’è anche il tema di chi ha dei beni a disposizione e li lascia sfitti o, appunto, li mette sul mercato degli affitti brevi per paura di inquilini morosi e delle normative nazionali sui contratti d’affitto in casi di morosità. Per questo motivo essere una partita Iva o avere figli, per chi vuole una casa in affitto a Milano, è un dramma. I proprietari chiedono garanzie altissime”.

Ad esempio “occorre che il reddito netto dell’affittuario sia tre volte il canone richiesto: per un bilocale da 1.200 euro in una zona semiperiferica bisogna garantire sui 3.600 euro al mese in busta paga. Così, è evidente, non si può andare avanti”.

La prospettiva futura? Non rosea. “A Milano prezzi sono destinati sicuramente a crescere (…) A mio avviso siamo semplicemente entrati all’interno di una dinamica che è quella delle grandi realtà europee. Anzi, il potenziale di Milano con gli investitori stranieri deve ancora esprimersi al meglio: per loro il capoluogo lombardo è addirittura ancora a buon mercato, paragonato alle altre città internazionali che offrono i medesimi servizi. La domanda è sempre superiore all’offerta e questo contribuisce alla crescita dei prezzi. La città è piccolissima, se paragonata a simili realtà in Europa. Senza contare che, a differenza di Londra o Parigi, quello di Milano è un mercato poco liquido: chi possiede una casa, soprattutto se ereditata, tende a tenerla e tramandarla in famiglia”.

Le richieste maggiori e “cool”? “Sta tornando San Siro, a cui fino a poco tempo fa veniva preferito CityLife. L’ex ‘sobborgo dei calciatori’ ha affrontato una grande crisi, ma l’abbassamento dei prezzi ha favorito l’ingresso di giovani famiglie in cerca di una casa un po’ più grande. Le realtà intorno a Milano stanno crescendo, sono sempre più inglobate all’interno della galassia cittadina. Ovviamente, in questo caso, è fondamentale potenziare ulteriormente la rete di trasporto pubblico: è dove ci sono le metropolitane a collegare l’hinterland e il centro, infatti, che si concentrano le richieste degli acquirenti. È un fattore chiave per lo sviluppo di Milano”.

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