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“Dopo l’ictus si era pensato al ricovero del Papa, poi è stato annullato tutto”

Uno dei due infermieri personali già si stava recando sul posto e dal Vaticano era partita la richiesta di un servizio di scorta, ricostruisce l'Ansa. Poi è sopraggiunta la morte
“Dopo l’ictus si era pensato al ricovero del Papa, poi è stato annullato tutto”
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Quando lunedì mattina è sopraggiunta l’emorragia cerebrale, si è pensato anche a un immediato trasporto di Papa Francesco al Policlinico Gemelli. Tanto che mentre uno dei due infermieri personali, Andrea Rinaldi, già si stava spostando verso l’ospedale, dal Vaticano è partita la richiesta di un servizio di scorta.

Sono stati questi gli ultimi momenti concitati vissuti dentro Casa Santa Marta quando il pontefice ha avvertito i primi malori legati all’ictus che lo ha portato alla morte. Ad apprende come lo staff più vicino a Bergoglio abbia tentato un estremo tentativo per salvare la vita al Papa è l’Ansa da fonti qualificate.

A supporto della ricostruzione c’è anche un certo movimento che è stato notato attorno alle 7.20 – spiega l’agenzia di stampa – vicino al Perugino, uno degli ingressi di servizio del Vaticano. La richiesta del servizio di scorta è stata annullata nei minuti successivi. La morte è sopraggiunta alle 7.35 e ne è stata data notizia attorno alle 9.50. Il Papa, come ha spiegato Vatican News, ha avvertito i primi malori attorno alle 5.30 ed è entrato in coma oltre un’ora dopo.

Non è ovviamente detto che un eventuale arrivo in tempo del pontefice in ospedale sarebbe riuscito a evitarne il decesso vista la gravità della situazione che in molti casi rende irreversibili le condizioni del paziente permettendo, attraverso l’assistenza in rianimazione, di prolungare la vita al massimo per qualche ora o qualche giorno.

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