Televisione

Il Papa che non guardava la tv (per voto) ma che ha “bucato” lo schermo: da Sanremo a Fazio, Francesco è stato il primo Pontefice ad andare in televisione

Dal videomessaggio a Sanremo alle tre ospitate da Fazio, dalle interviste a Mediaset ai documentari d'autore: Bergoglio ha compreso e sfruttato la potenza dei mezzi di comunicazione di massa come nessun predecessore, diventando una presenza familiare (e spesso spiazzante)

di F. Q.
Il Papa che non guardava la tv (per voto) ma che ha “bucato” lo schermo: da Sanremo a Fazio, Francesco è stato il primo Pontefice ad andare in televisione

Un paradosso affascinante: l’uomo che nel 1990 fece voto alla Vergine del Carmelo di non guardare più la televisione è diventato il Papa che più di ogni altro ha saputo utilizzare proprio la televisione, insieme al cinema e ai social media, per diffondere il suo messaggio. Papa Francesco, scomparso all’età di 88 anni, può essere definito a pieno titolo il primo Pontefice crossmediale della storia, capace di spaziare con disinvoltura tra piattaforme diverse per portare l’evangelizzazione, la sua visione della Chiesa e i suoi accorati appelli per la pace direttamente nelle case dei fedeli (e non solo). Un approccio rivoluzionario, che ha segnato una rottura con il passato e ha contribuito a creare un’immagine papale inedita: più diretta, più “popolare”, a tratti persino informale, ma sempre carica di significato.

Da Sanremo a Fazio, passando per Mediaset
L’elenco delle sue apparizioni televisive è lungo e significativo. L’ultima, in ordine di tempo, è stata quella, storica, al Festival di Sanremo 2025. Bergoglio non intervenne in diretta, ma inviò un videomessaggio (registrato il 1° febbraio, dopo una lettera del conduttore Carlo Conti) in cui ricordava come la musica possa essere uno “strumento di pace”. Mai un Papa si era rivolto prima al pubblico della kermesse canora. Altrettanto storica fu la sua partecipazione alla trasmissione “A Sua Immagine” su Rai1 nel maggio 2023: fu il primo Vescovo di Roma a varcare la soglia degli studi Rai di Saxa Rubra. Nell’intervista, diffusa il 4 giugno, lanciò un monito potente: “Con la pace si guadagna sempre. Forse poco, ma si guadagna. Con la guerra si perde tutto. E i cosiddetti ‘guadagni’ sono perdite”.

Il record di presenze, però, spetta a “Che Tempo Che Fa” di Fabio Fazio, dove Francesco è intervenuto ben tre volte (una su Rai3 nel 2022, due sul Nove nel 2023 e 2024), affrontando temi come l’accoglienza dei migranti e la crisi demografica italiana: “L’Italia in questo momento ha un’età media di 46 anni, non fa figli, faccia entrare i migranti. […] È una cosa che va risolta”, dichiarò in una delle ospitate.

Ma Bergoglio non ha disdegnato nemmeno Mediaset. Nel Natale 2022 fu intervistato da Canale 5 a Casa Santa Marta nello speciale “Il Natale che vorrei”, parlando di guerra, caro energia, denatalità e povertà. Un anno prima, nel 2021, era intervenuto al Tg5, discutendo della pandemia di Covid (un’apparizione che suscitò qualche polemica per il presunto “smacco alla Rai”). Un Papa “globale” anche in tv, con interviste concesse all’estero, come quella a TVI/CNN Portogallo nel 2022, dove annunciò un colloquio telefonico con il presidente ucraino Zelensky.

Il cinema: protagonista (e spettatore) sul grande schermo
Il rapporto di Papa Francesco con il cinema è sempre stato intenso. Amava profondamente il Neorealismo italiano: “Quando eravamo bambini, i genitori ci portavano a vedere quei film, e ci hanno formato il cuore”, raccontò, elogiando la capacità di quelle pellicole di narrare la vita degli ultimi. Ma Francesco non è stato solo spettatore. Si è lasciato ritrarre in opere importanti, dialogando apertamente con i registi. Indimenticabile lo scambio con Wim Wenders che diede vita al film “Papa Francesco: Un uomo di parola” (2018), un documentario riflessivo girato in Vaticano. E poi “In viaggio” (2022) di Gianfranco Rosi, presentato a Venezia, un montaggio toccante dei suoi viaggi pastorali nei primi nove anni di pontificato, alla ricerca del dialogo e della pace. La sua vita, dalla giovinezza a Buenos Aires all’elezione al soglio pontificio, è stata raccontata anche nel biopic “Chiamatemi Francesco – Il Papa della gente” (2015) di Daniele Luchetti. E persino Netflix, con “I due Papi” (2019) di Fernando Meirelles, ha esplorato (in forma romanzata) la complessa relazione tra Bergoglio (interpretato da Jonathan Pryce) e il suo predecessore Benedetto XVI (Anthony Hopkins).

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