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Cosa fare a Pasquetta e nei ponti d’aprile? 15 esperienze da provare tra fioriture, capolavori d’arte, installazioni, danza e cacce all’uovo

Dalla full Immersion nelle fioriture di tulipani e azalee dei giardini botanici alla scoperta dei capolavori della pittura, dalle installazioni artistiche contemporanee alla plasticità del corpo in movimento, passando per la caccia al tesoro dell’uovo di Pasqua, ovviamente

Testo di Simona Griggio
12-Milano, M77: “I paint with light”,personale di Ming Smith - 12/15

12-Milano, M77: “I paint with light”,personale di Ming Smith - 12/15

Negli spazi di M77 a Milano, la prima mostra personale in Europa dedicata a Ming Smith, una delle fotografe più influenti e innovative della scena contemporanea. Le sue immagini ripercorrono, in oltre cinque decenni di produzione fotografica, le sfumature emotive, culturali e sociali della realtà afroamericana, affrontando temi come l’identità, la memoria, la resilienza e la lotta per il riconoscimento. L’esposizione, a cura di Chiara Principe, rende omaggio alla sua straordinaria carriera, celebrando il suo approccio visionario che fonde con maestria tecniche fotografiche tradizionali e audaci sperimentazioni artistiche: dalle sue prime opere del 1972 fino ai lavori più recenti.

Ming Smith, prima fotografa nera ad essere acquisita dalla collezione permanente del MoMA, ha avuto il coraggio di esplorare e rappresentare l’esperienza afroamericana con uno sguardo straordinariamente personale, attraverso un approccio intuitivo e profondamente poetico. Le sue immagini non solo documentano ma esplorano le sfumature emotive, culturali e sociali di una realtà complessa, affrontando temi come l’identità, la memoria, la resilienza e la lotta per il riconoscimento.

Nata nel 1947 a Detroit e di base ad Harlem, Ming Smith è cresciuta in un contesto vibrante ma complesso, caratterizzato dalla crudeltà delle leggi di segregazione razziale, che ha influenzato profondamente la sua vita e il suo approccio artistico. Dopo essersi trasferita a New York negli anni ’70, Smith si unisce a Kamoinge, un collettivo di fotografi che dagli anni ’60 documentava la vita della comunità afroamericanae inizia a collaborare con importanti figure della scena culturale, dando luce ad un linguaggio visivo che combina elementi di realtà e surrealismo.

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