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Il bello, il brutto e il cattivo del Design 2025: gli imperdibili e i perdibilissimi. Numeri in calo per l’arredamento italiano

Non si ferma la discesa dei fatturati delle aziende italiane dell’arredamento, il 2024 si é chiuso con un giro d’affari complessivo di 51,6 miliardi di euro, in flessione del -3% rispetto ai 53,2 miliardi del fatturato del 2023
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La fila della fila nella fila: per avere accesso al test interattivo sull’Intelligenza Artificiale, per vivere il futuro del design, invito allettante nel cuore di Piazza Gae Aulenti. Quando capisco che è solo un modo per estrapolare i miei dati, cioè di regalare una piccola parte di me e dei mie gusti alla AEG, brand tedesco leader di cucine, mi ritiro dalla fila della fila. Chiedo ugualmente catalogo dentro la shopper. No, se non rispondo alle domande, niente shopper. Non cedo al ricatto, me ne vado.

Ovviamente non sono i soli alla trovata marketing /acchiappa/identità. Molti contenuti si sono banalizzati e la risposta ce la dà Pambianco Daily Design: non si ferma la discesa dei fatturati delle aziende italiane dell’arredamento, il 2024 si é chiuso con un giro d’affari complessivo di 51,6 miliardi di euro, in flessione del -3% rispetto ai 53,2 miliardi del fatturato del 2023. Tra i big del settore moda ( Armani, Hermes, Louis Vuitton, Loropiana) ca va sans dire i numeri sono sempre positivi.

Mi sono allora bananizzata alla Chiciquita house, uno spazio interattivo creato dall’illustratore e artista Sebastian Curi che mi ha trasformato in una banana danzante. Ho giocato con le palle di TecnoGym, un vero toccasana per la schiena. Tra cyclette, tapis roulant, vogatori e Stefano Accorsi guest Ambassador, il fitness entra in salotto con la new entry, il tecnogym Reform, in Carbon Grey e il Diamond Black, è la massima evoluzione del pilates inventato negli anni ’20. Esposta nel concept store di Largo Agusto anche la prima macchina che Nerio Alessandri inventò nel 1983 nel suo garage di casa. Sono passati oltre 40 anni e nel mezzo ci sono stati 60 premi di design collezionati dall’azienda.

Louis Vuitton a palazzo Serbelloni presenta una collezione carica di meraviglie di Objects Nomades. Accarezzo un calciobalilla sottomarino con le gambe di squame di pelle di coccodrillo, un “corpo” di intrecci di pellami e “incrostazioni” madreperlacee, dove si fronteggiano due squadre di sirene. Pezzo unico disegnato dallo studio Campana, valore di 250mila euro. E’ da set cinematografico “ Il Tè nel deserto” il baule che custodisce un set di porcellane e argenteria per apparecchiare un tè sotto una tenda berbera. Dopo tre anni di restauro di Palazzo Taverna, la griffe ha riaperto le porte della sua storica sede in via Montenapoleone che ospita il nuovo Da Vittorio Café Louis Vuitton e il DaV by Vittorio il primo concept di ristorazione in Italia per la Maison.

Folle di curiosi e cacciatori di gadget e di bollicine gratis: da Artemest un odioso ragazzo del servizio d’ordine mi chiede il qrcode, il tesserino stampa, articoli di design scritti e carta d’identità come prova che fossi io. Prossimo step di verifica sarà un chip infilato sotto pelle. Sono le esagerazioni di controllo per entrare nella casa – mi dicono- di Alberta Ferretti. L’appartamento liberty di Via Doninzetti è un bellissimo contenitore il contenuto é un dejà vue ribollito. Mi risparmiavo la fila. Da Cassina si celebrano i 60 anni di collaborazione con il maestro dei maestri Le Corbusier e della sua geniale invenzione della chaise longue inventata nel 1928. E trasforma il Teatro Lirico Giorgio Gaber nel set di Staging Modernity, una mostra performativa e immersiva. L’archistar Antonio Citterio da Maxalto celebra il loro giubileo e lo fa con una Lilum 50, una dormeuse in edizione limitata a soli 50 esemplari, rivestiti con lino trasformato in tela pittorica dalla pennellata dell’artista olandese Patrick van Riemsdijk.

Nel Digital Garden del giovane e geniale Manuel Riva, laurea in fisiologia naturale, connette piante con la tecnologia, e io ho sfiorato le foglie in un invisibile dialogo e scambio di “energia”. I cani non sono ammessi alle installazioni ( ci mancherebbe altro) e allora la maison Hermes all’ingresso della Pelota ha un gentilissimo dogsitter che si prende cura della bestiola mentre dentro si ammirano le installazioni minima/chic di porcellane in giochi di prospettive e cubi di luce sospesi. Mentre Corrado Luxury a Forte Arte di Patrizia Grigolini a Palazzo Bagatti Valsecchi espone pezzi iconici Hermes come fossero pezzi d’arte.

Ho paura degli uomini che bevono e picchiano mia madre, lo scrive un bambino sardo e fa parte dell’installazione multiforme dove Antonio Marras, sardo di Alghero, trasforma il suo spazio in un palcoscenico di emozioni, un labirinto poetico dove risuona la voce della maestra. Ha registrato quella della madre della sua ricamatrice, 90enne, analfabeta, in mezzo ad alunni/pupazzi seduti ai vecchi banchi di scuola in formica e il cattivo finisce con le orecchie da asino dietro la lavagna. I grembiulini per dargli quel tocco vintage Marras li ha attinti nel tè, lui dipinge anche con il caffè e fiocchi cuciti a mano. Chi non ha visto “Chi Ama”, questo il titolo avete perso un gran pezzo di “geografia” sentimentale.

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