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Il 2024 invivibile dell’Europa, direttore del servizio clima di Copernicus: ‘In futuro più siccità nell’area mediterranea’

Intervista a Carlo Buontempo, che spiega anche l'anomalia della grande divisione tra Est e Ovest Europa: "Legata alla circolazione atmosferica prevalente nel continente nel 2024"
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Nel 2024 l’Europa occidentale avrà anche dovuto vivere uno dei dieci anni più piovosi mai registrati, con conseguenze devastanti per alcuni Paesi dell’area mediterranea, ma le previsioni per il futuro descrivono comunque condizioni più siccitose per l’area mediterreanea. Lo spiega a ilfattoquotidiano.it Carlo Buontempo, direttore del Servizio Copernicus sui cambiamenti climatici (C3S), che ha presentato il rapporto ‘Stato europeo del Clima 2024’ insieme all’Organizzazione Meteorologica Mondiale. Una serie di variabili climatiche hanno descritto nel 2024 un’Europa quasi divisa in due, ma questa volta tra Est e Ovest, invece che tra Nord e Sud, come è meno insolito osservare, con l’Europa meridionale più calda e secca della media.

Quali sono le cause?
Il contrasto Est-Ovest è legato alla circolazione atmosferica prevalente in Europa nel 2024, con sistemi di alta pressione che si sono posizionati molto spesso nella parte orientale del continente, portando a meno nuvole e meno precipitazioni, mentre l’Europa occidentale è stata spesso sotto l’influenza di sistemi di bassa pressione. Ciò ha portato a condizioni umide, nuvolose.

L’Europa occidentale ha vissuto uno dei dieci anni più piovosi da quando si analizzano i dati, quindi dal 1950. C’è un legame con il cambiamento climatico?
Non ci sono evidenze di una correlazione diretta. È chiaro che, con l’atmosfera più calda, tempeste e nuvole trattengono più pioggia e, quindi, le precipitazioni sono più intense. Quelle più elevate, superiori alla media, sono state in Francia, Italia settentrionale, Belgio, Paesi Bassi.

Tutto questo ha avuto un impatto sui fiumi. A settembre, la tempesta Boris ha colpito centinaia di migliaia di persone, con inondazioni, morti e danni. Dalla Germania all’Italia, dalla Polonia all’Austria. A fine di ottobre, il disastro di Valencia.
La nostra dipendenza dal clima è diventata sempre più importante ed è per questo che dobbiamo prestare più attenzione a una serie di variabili. Abbiamo potuto osservare tutti i contrasti tra Europa orientale e occidentale proprio analizzando le diverse variabili, non solo la temperatura, ma anche precipitazioni, umidità del suolo, durata del soleggiamento.

Cosa ci dice questo contrasto relativamente insolito? Cosa bisogna aspettarsi dal futuro, per esempio in Paesi dell’area mediterranea, come l’Italia e la Spagna?
Lo scorso anno l’area mediterranea è stata particolarmente colpita dalle alluvioni. Basti pensare alla tempesta Boris ai danni in Emilia-Romagna e poi, ancora a Valencia, ma non bisogna tornare molto indietro con la memoria per ricordare condizioni climatiche diverse. Negli ultimi anni Spagna, buona parte dell’Italia, ma anche una parte di Francia e Germania hanno dovuto fare i conti con una siccità significativa.

Quindi è più probabile che permanga un contrasto più netto tra le aree europee a Nord e quelle a Sud, come Italia, Spagna, Grecia?
I dati climatici ci dicono che, in una situazione in cui l’atmosfera e gli oceani sono più caldi, dobbiamo aspettarci condizioni più siccitose per l’area mediterreanea, mentre l’Europa settentrionale probabilmente diventerà più umida in un mondo più caldo. E lo vediamo anche nelle proiezioni del Gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico. Questo non esclude, come è accaduto nel 2024, precipitazioni più intense anche nell’area mediterranea. Anzi, direi che si tratta di eventi in qualche modo legati.

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