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L’anima gemella? Si crea con Chatgpt: ecco come funziona l’ultimo (folle) trend social e quali sono i rischi

Dopo i ritratti in stile Ghibli e le action figure, l'intelligenza artificiale di OpenAI esaudisce un nuovo desiderio: visualizzare il partner perfetto accanto a noi

di F. Q.
L’anima gemella? Si crea con Chatgpt: ecco come funziona l’ultimo (folle) trend social e quali sono i rischi

Prima ci ha trasformati in personaggi dello Studio Ghibli, poi in action figure chiuse in scatole di plastica. Ora, l’intelligenza artificiale generativa di ChatGpt ci trova pure l’anima gemella. È il nuovo trend che sta spopolando sui social network, alimentato dalle rinnovate capacità di generazione di immagini del chatbot di OpenAI, che promette di realizzare un altro sogno (o forse un’illusione): creare l’immagine del nostro partner ideale, perfettamente accanto a noi in una fotografia. Insomma, la soluzione perfetta per far “rosicare” un ex o anche solo per mettere a tacere le insistenti domande di parenti curiosi alle riunioni di famiglia. Ma anche un pericoloso strumento che apre la porta a potenziali truffe amorose e alimenta insicurezze. Ma come funziona questa “magia” digitale? Il meccanismo è relativamente semplice, grazie agli ultimi aggiornamenti che permettono a ChatGPT di elaborare e modificare immagini caricate dagli utenti. Basta fornire al chatbot una propria fotografia e un prompt (un’istruzione testuale) chiaro.

Come creare il partner ideale con ChatGpt
La via più diretta è chiedere: “Questa è una mia foto, potresti generare accanto a me il mio fidanzato/la mia fidanzata ideale?“. A questo punto, come simulato nell’articolo, ChatGPT potrebbe rispondere: “Certo, cerco di generare il tuo partner ideale, se mi dai qualche indizio potrò essere più preciso. Quanti anni ha? Ha i capelli lisci, mossi, corti lunghi? Ha la barba? Vuoi che sia avventuroso, misterioso, solare? Descrivimelo nel dettaglio”.

Si può quindi fornire una descrizione minuziosa dell’anima gemella desiderata. Ma c’è anche un approccio alternativo: lasciare carta bianca all’IA, descrivendo sé stessi – i propri hobby, passioni, carattere, aspirazioni – e chiedendo al chatbot: “Crea il mio partner ideale in base a come sono fatta/o“. L’intelligenza artificiale, in questo caso, cercherà di generare una figura che, sulla base dei dati con cui è stata addestrata, ritiene compatibile con il profilo dell’utente. Alcuni utenti, inoltre, aggiungono un passaggio intermedio, chiedendo prima una versione del partner in uno stile artistico (come Ghibli o Pixar) per poi farsi generare la versione realistica.

I rischi per la privacy
Questa nuova moda, che segue a ruota la “Ghiblificazione” e altre tendenze simili, conferma l’enorme fascino che l’IA generativa esercita sugli utenti, offrendo strumenti potenti per giocare con la propria immagine e dare forma ai propri desideri. Tuttavia, solleva anche serie preoccupazioni su due fronti cruciali: la privacy e il diritto d’autore. Per generare un partner “su misura”, infatti, gli utenti sono invitati a condividere con il chatbot non solo le proprie fotografie, ma anche una mole considerevole di informazioni personali: passioni, aspirazioni, abitudini, dettagli caratteriali. Dati sensibili che vengono “dati in pasto” all’algoritmo, con tutte le incognite che ne derivano sul loro utilizzo futuro e sulla loro sicurezza.

Inoltre, la capacità di ChatGpt di replicare stili artistici o di generare volti realistici riaccende il dibattito sul copyright. Come già emerso con il caso Ghibli, questi modelli di IA vengono addestrati su enormi quantità di dati presi da internet, spesso includendo opere protette da diritto d’autore, senza il consenso esplicito dei creatori. Dulcis in fundo, come se non bastasse, questa capacità di creare volti e immagini assolutamente realistiche e verosimili spiana sempre di più la strada a truffe.

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