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Katy Perry e la futura moglie di Jeff Bezos nello Spazio con la navicella Blue Origin: la “missione spaziale” al femminile è un addio al nubilato di lusso?

Partito dal Texas il volo suborbitale NS-31 con sei donne a bordo, tra cui la futura moglie di Jeff Bezos e la popstar. Undici minuti per superare la linea di Kármán, sperimentare la microgravità e tornare a Terra

di F. Q.
Katy Perry e la futura moglie di Jeff Bezos nello Spazio con la navicella Blue Origin: la “missione spaziale” al femminile è un addio al nubilato di lusso?

Un equipaggio d’eccezione, un obiettivo ambizioso e tute spaziali che sembrano uscite da una sfilata di moda. È decollato oggi alle 9:30 ora locale (le 15:30 in Italia) dal deserto del Texas il volo NS-31 di Blue Origin, la compagnia aerospaziale di Jeff Bezos, con a bordo un equipaggio interamente al femminile. Un evento storico: non accadeva dai tempi del volo solitario di Valentina Tereshkova nel 1963 che una missione spaziale fosse composta solo da donne, e questa è la prima volta in assoluto per un equipaggio civile di “turiste spaziali”.

A bordo c’erano le “Big Six”, ovvero: la giornalista Lauren Sánchez, futura sposa di Jeff Bezos (le nozze sono previste a fine giugno a Venezia),; la popstar Katy Perry: Icona pop di fama mondiale; Gayle King, volto storico di CBS Morning e conduttrice televisiva; la produttrice cinematografica e attivista Kerianne Flynn; l’ex scienziata della Nasa Aisha Bowe e Amanda Nguyen, attivista per i diritti civili, nominata per il Nobel per la Pace.

A bordo del razzo New Shepard, un veicolo autonomo alto 18 metri capace di superare Mach 4, le sei donne hanno vissuto un’esperienza suborbitale di 11 minuti, ovvero il tempo necessario per superare la linea di Kármán (il confine simbolico dello spazio a 100 km di quota, in questo caso hanno raggiunto i 106 km), separarsi dal razzo (rientrato autonomamente a terra) e godersi circa tre minuti di microgravità, fluttuando all’interno della capsula dotata di ampie finestre panoramiche. Dalla Terra, il centro di controllo ha captato risate e urla di gioia provenienti dalla capsula durante la fase di assenza di peso. Il rientro è avvenuto come da programma, con un atterraggio morbido nel deserto del Texas occidentale, assistito da tre grandi paracadute. Jeff Bezos, fondatore di Blue Origin, ha seguito con apprensione tutte le fasi del volo.

L’obiettivo dichiarato della missione è incoraggiare le donne a inseguire i propri sogni e a intraprendere carriere nel campo STEM (Scienza, Tecnologia, Ingegneria e Matematica). Tuttavia, la presenza di tante celebrità e l’imminente matrimonio di Lauren Sánchez hanno scatenato sui social il dubbio che possa essersi trattato di una sorta di “addio al nubilato” di lusso, con un’esperienza che definire esclusiva è riduttivo. A contribuire all’immagine patinata della missione, le tute spaziali indossate dall’equipaggio: non le classiche tute larghe e funzionali, ma aderentissimi modelli blu scuro, disegnati personalmente da Lauren Sánchez con l’aiuto di Fernando Garcia e Laura Kim, co-fondatori della griffe Monse e direttori creativi di Oscar de la Renta.

“Abbiamo reinventato il vestito degli astronauti“, ha spiegato la Sánchez. “Penso che i completi siano eleganti, ma aggiungono anche un tocco di brio allo spazio”. Realizzate in neoprene elasticizzato ignifugo (prodotte da Creative Character Engineering), le tute presentano un leggero collo alla coreana, una doppia zip frontale apribile fino alla vita, una cintura e una zip laterale sui polpacci con effetto a zampa d’elefante. Ogni tuta è stata creata su misura, grazie a scansioni corporee 3D. “Non sapevamo neppure da dove iniziare”, ha raccontato Fernando Garcia al New York Times, “non ci sono precedenti perché tutte le tute spaziali per viaggi turistici sono maschili”. L’obiettivo era creare qualcosa di “semplice, comodo e aderente”, ma anche “più audace, come una tuta da motocross o da sci. Elegante e sexy“.

Questo volo segna in ogni caso un’altra tappa nell’era del turismo spaziale inaugurata dallo stesso Jeff Bezos nel luglio 2021, e conferma l’impegno di Blue Origin nel rendere lo Spazio accessibile (almeno per i super ricchi), portando tra le stelle personalità del calibro di William Shatner (il Capitano Kirk di Star Trek), Michael Strahan (ex campione NFL) e ora, un intero equipaggio femminile di alto profilo.

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