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Morto Franco Abruzzo, decano dei giornalisti lombardi. Sui suoi manuali hanno studiato generazioni di praticanti

Aveva 85 anni. La sua carriera al Giorno e poi al Sole 24 Ore e in parallelo la lunga esperienza nell'Ordine di cui è stato presidente regionale per 18 anni
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Sui suoi manuali hanno studiato generazioni di praticanti giornalisti: Il giornalista, la legge e l’esame di Stato, Guida del giornalista e soprattutto il Codice dell’informazione e della comunicazione. Sul portale che portava il suo nome si potevano trovare tutte le novità sul mondo dell’informazione e del giornalismo. Franco Abruzzo è morto a 85 anni nella sua casa di Sesto San Giovanni e il suo nome dirà molto a più e meno giovani. Era statato un longevo presidente dell’Ordine dei giornalisti della Lombardia, carica che aveva coperto per 18 anni attraverso sette tornate elettorali, oltre ad altri mandati (prima e dopo) da consigliere). Era nato a Cosenza, si definiva “un Longobardo del Sud tornato a casa”, come ricorda il Giorno, che è stato a lungo il suo giornale. Dalla Calabria si era trasferito a Milano “con l’obiettivo di lavorare al Giorno, il quotidiano più moderno d’Italia”, diceva.

Al Giorno, ricorda il quotidiano milanese, lavora come cronista giudiziario in particolare per la Brianza, poi sarà caposervizio al Politico e alle cronache nazionali. Eugenio Scalfari prova a portarlo a Repubblica come giudiziarista al momento della fondazione del giornale, Abruzzo firma poi ci ripensa e rimane al Giorno. Cede solo al Sole 24 Ore, dove arriva nel 1983 e rimane fino al 2001.

In parallelo c’è la passione per l’attività sindacale di una professione in continua evoluzione. Nel 1978 fonda con Walter Tobagi e Massimo Fini la componente Stampa democratica. Farà parte più volte del cdr del Giorno, poi dell’Assolombarda, del consiglio della Federazione della Stampa. “La preparazione con cui riusciva ogni volta a sbalordire colleghi, amici, avversari, sorretta da una memoria senza cedimenti – scrive il Giorno – nasceva da studi profondi e severi e da un’ansia continua di conoscenza e aggiornamento. L’insegnamento prima di Storia del giornalismo e poi di Diritto dell’informazione presso l’Università degli Studi di Milano Bicocca e l’Università Iulm di Milano”.

“L’Ordine lombardo, per diversi aspetti, risente ancora della sua impronta, soprattutto – si legge nel tributo pubblicato sul sito dell’ordine – nell’attenzione a quei colleghi più deboli, privi di diritti“. “Fondamentale è stata anche la sua attenzione alla Formazione”, con il potenziamento dell’Istituto Carlo de Martino “che ha preparato in 30 anni 682 giornalisti professionisti e si è poi trasformato in un Master dell’Università di Milano”. “Un professionista serio e un qualificato rappresentante delle più alte istituzioni della nostra categoria” ricordato Giuseppe Gallizi a nome del Movimento Liberi Giornalisti.

Abruzzo lascia la moglie Diana e le figlie Vittoria e Anna Maria.

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Nella foto in alto | Abruzzo con Paolo Mieli nel 2006 (Oliverio/Imagoeconomica)

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