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Le nomine della Fondazione Cassa di Risparmio di Cuneo e un altro scandalo in vista

Martedì 25 marzo la Guardia di Finanza ha fatto visita al Municipio di Dronero, alla sede della Fondazione Cassa di Risparmio di Cuneo e, pare, alla Camera di Commercio della Città
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Un anno fa ho provato a raccontare lo scandalo della Fondazione Cassa di Risparmio di Torino, una storiaccia di incarichi, intrecci e opacità tutt’altro che diradate. In chiusura del post annunciavo l’arrivo possibile di un nuovo scandalo, questa volta relativamente alla Fondazione della Cassa di Risparmio di Cuneo dai contenuti particolarmente rilevanti, oltre che per il sistema di potere locale, per quello regionale: è pur sempre il feudo di Alberto Cirio. Così scrivevo:

“Nel mentre, gli enti soci della Cassa di Risparmio di Cuneo, la terza per importanza in Piemonte e tra le prime dieci in Italia, hanno completato le nomine dei loro rappresentanti che si apprestano, il 3 maggio, a eleggere presidente e cariche sociali varie. Facile immaginare le cordate, gli accordi politici, le alchimie e tutto quello che accompagna una fase decisiva, anche per le carriere dei singoli e per gli assetti della politica locale di cui la Fondazione è una bella cassa. Però stavolta c’è qualcosa in più: nelle piazze centrali della Città gira con insistenza la voce che fra i venti neo designati nel Consiglio Generale della Fondazione ve ne siano alcuni, non proprio di secondo piano, che potrebbero non avere i requisiti. Le solite maldicenze, ma non sarebbe il caso – qui come altrove – di rendere accessibili le dichiarazioni di rispondenza dei requisiti dei nominati a quanto prescritto dal Regolamento del Ministero delle Finanze?”

Martedì 25 marzo la Guardia di Finanza ha fatto visita al Municipio di Dronero, alla sede della Fondazione Cassa di Risparmio di Cuneo e, pare, alla Camera di Commercio della Città, per acquisire – è questa l’ipotesi – la documentazione relativamente alla scelta del Comune di Dronero di indicare come suo rappresentante nel Consiglio della Fondazione CRC Mauro Gola, ex-presidente della Camera di Commercio e oggi diventato presidente della Fondazione.

Già un anno fa girava voce della comunicazione di un professionista locale al Ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF) in cui contestava la liceità della nomina. Il professionista segnalava la condizione di ineleggibilità di Mauro Gola fin dal 19 marzo 2024, quando la Camera di Commercio di cui lui era presidente designò Fabio Lora come rappresentante della stessa nel Consiglio della Fondazione CRC. Il giorno dopo, il 20 marzo, Mauro Gola viene a sua volta designato dal Comune di Dronero come suo rappresentante nel Consiglio della Fondazione CRC, mentre era ancora Presidente della Camera di Commercio (un ente designante).

Dato che la nomina nel Consiglio è solo il primo passo per diventare presidente della Fondazione, i suoi supporters si mettono anche al lavoro per raccogliere le 14 firme necessarie per blindare la sua candidatura alla presidenza escludendo qualunque altra candidatura. Le ottengono il 15 aprile e Mauro Gola, a quel punto sufficientemente “blindato”, rassegna le dimissioni da presidente della Camera di Commercio di Cuneo, in evidente conflitto con l’art. 8, comma 1, dello Statuto della Fondazione. Entra così nel Consiglio generale che lo nomina presidente con molti dubbi sulla sua eleggibilità e quindi sulla legittimità della carica che va a ricoprire. Chi avrebbe dovuto, per legge, sorvegliare sulla regolarità delle nomine erano gli organi uscenti della Fondazione, il suo presidente Ezio Raviola in testa. Naturalmente non hanno eccepito alcunché perfino dopo le segnalazioni intervenute.

Stesso atteggiamento verso le interrogazioni dei consiglieri cuneesi alla loro sindaca, trattate alla stregua di fantasie di oppositori a corto di argomentazioni, che pure anticipavano i temi che tornano d’attualità in questi giorni. Anche la politica locale adesso comincia a dare segni di nervosismo, tardivi anche quelli. Vedremo il seguito per quanto riguarda l’azione della Magistratura, ma i tratti politici, sociali e morali della questione sono già chiari anche adesso.

Al tutto si aggiunge un ulteriore aspetto che avrebbe richiesto una procedura trasparente di controllo delle candidature, per dare corretta applicazione al Decreto del Ministero della Finanze del 23 novembre 2020, n. 169 “Regolamento in materia di requisiti e criteri di idoneità allo svolgimento dell’incarico degli esponenti aziendali delle banche […]”. Stabilisce caratteristiche piuttosto stringenti in ordine alla moralità per garantire la piena legittimità degli organi di governo delle Fondazioni. D’altra parte la selezione ferrea dei suoi amministratori è la migliore garanzia per un’ottimale operatività della Fondazione. Anche a Cuneo.

Il piatto è ricco: la Fondazione CRC ha una mole di contributi da stanziare che nel solo 2024 è stato pari a 43,7 milioni di euro – 1700 le richieste finanziate -, è un operatore economico e sociale di primo piano nel cuneese, il più importante dopo la Ferrero di Alba, che però ha sede in Lussemburgo. Un bel forziere per amministratori e politici, le cui sorti spesso dipendono anche da robusti sistemi di relazione che superano qualunque schieramento politico.

Anche in questa storia Pd e centrodestra vanno a braccetto sostenendosi l’un l’altro. Chiara Gribaudo, vice-presidente del Pd, è di queste parti. Alberto Cirio, presidente della Giunta del Piemonte, è indicato dalle pagine locali de La Stampa e da Lo Spiffero come sponsor di Mauro Gola per portarlo alla presidenza della Fondazione. Un bel successo per il Piemonte.

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