Lunedì 7 aprile, Re Carlo III e la Regina Camilla sono arrivati a Roma, per la visita di Stato in Italia. Ieri, 8 aprile, hanno incontrato il presidente della Repubblica Sergio Mattarella al Quirinale, partecipato a una cerimonia all’Altare della Patria accompagnati dal ministro della Difesa Guido Crosetto, e visitato il Colosseo. A fare da Cicerone ai consorti c’è il divulgatore Alberto Angela, che ha raccontato alcuni dettagli all’ANSA: “Diciamo che in realtà era previsto che arrivasse prima Camilla e poi ci raggiungesse Carlo. Poi c’è stato un cambio di protocollo, di programma: sono arrivati assieme e quindi la distanza era all’incirca un cento metri”.
Il divulgatore ha cercato di rendere l’esperienza ancora più coinvolgente per i reali, partendo da dettagli curiosi e divertenti. Parlando dell’Arco di Tito ha raccontato: “Qui all’arco di Tito, ad esempio, si vedono i marmi di questi cavalli e si vede che la testa delle persone che gli sono accanto è più alta di quella dei cavalli: questo non è un espediente figurativo. Al contrario i cavalli erano proprio piccoli. Ho detto ‘guardi che erano come pony’” riferendosi ai cavalli scolpiti nei marmi. Poi ha scherzato: “Voi conoscete i cavalli?”. Ha inoltre condiviso con i reali alcune curiosità sulla storia di Roma, come nel caso dell’incendio che aveva devastato la città: “Nerone non c’entra niente con l’incendio. Lui era nella sua Balmoral!… Cioè… stava ad Anzio”. Il riferimento è a Balmoral, una residenza privata dei reali britannici, che si trova in Scozia e che di solito viene utilizzata nel periodo estivo.
Nonostante il tempo limitato, Carlo e Camilla hanno chiesto di proseguire la visita. “Da lì si apre il Foro Romano, e come si fa in così poco tempo, da dove si inizia? Ho pensato che gli inglesi sono legati a tante cose, ad esempio a Shakespeare che ha riscritto, ma non inventato, con il suo stile, l’orazione funebre di Marco Antonio sul corpo di Giulio Cesare. Che è avvenuta là, ecco, gli ho indicato, è lì che è accaduta quella storia. Ed è così che ci si trova in qualche modo collegati” ha spiegato.
Qual è stata la loro reazione a questa breve, ma intensa, immersione nella storia di Roma? “Ovviamente ho visto in loro molta curiosità, uno spirito vivo, uno spirito attento, uno spirito per nulla legato ai protocolli. Volevano cercare di capire il massimo nonostante il poco tempo a disposizione, cogliere appieno l’opportunità di questa visita”, ha concluso Angela.