L’amministrazione Trump è finita sotto accusa per una nuova offensiva conservatrice che punta a limitare l’accesso ai sex toys, mentre alcuni politici repubblicani, soprattutto in Texas, spingono per modifiche legislative più restrittive. La proposta più discussa arriva dalla senatrice Angela Paxton, moglie del procuratore generale Ken Paxton, che ha presentato un disegno di legge per impedire la vendita online di “dispositivi osceni” — ovvero vibratori e vagine artificiali — a chi non dimostri di essere maggiorenne.
La norma prevede l’obbligo per i rivenditori di raccogliere documenti con foto, utilizzare servizi di verifica dell’età tramite terze parti, oppure accettare solo pagamenti con carta di credito. Chi sgarra rischia fino a un anno di carcere e una multa da 4.000 dollari (circa 3.500 euro). Il tutto in nome della protezione dei minori. Secondo i critici si tratta di un attacco mirato alla libertà sessuale individuale.
Nel codice penale del Texas, il dildo è già definito come “un dispositivo che comprende un dildo o una vagina artificiale, progettato o commercializzato come utile principalmente per la stimolazione degli organi genitali umani”.
Ma ora, la linea si fa più dura. La proposta della Paxton mira a regolare il commercio online, rendendolo simile alla vendita di prodotti per soli adulti.
E non finisce qui: un altro disegno di legge, sempre in discussione, punta a vietare la presenza di sex toy sugli scaffali dei grandi distributori come Walmart, Target e CVS, relegandoli esclusivamente ai sex shop o agli strip club.
Le reazioni politiche non si sono fatte attendere. Per alcuni si tratta di una misura moralista e ipocrita, un modo per “distrarre l’opinione pubblica dai veri problemi dello Stato”.