La crociata della dottoressa Viola contro Bacco? In vino veritas!

L’incantevole dottoressa Viola ci vuole bene. Durante la pandemia ho condiviso ogni sua parola, trovavo delizioso il suo modo di porsi così pacato, sorridente, equilibrato, solide basi scientifiche a sostenere una femminilità luccicante e gradevolissima, ma la sua crociata salutista contro il vino è un passo falso, anche se contiene delle verità.
Secondo la dottoressa anche due bicchieri al giorno di vino sono pericolosi, sono cancerogeni, è proprio il vino a fare male, non il suo abuso, a conferma di ciò cita studi scientifici inglesi. Ah, gli inglesi! La perfida Albione! Secondo la dottoressa è preferibile fare una vita da malati per morire sani! Il vino? Solo in occasioni speciali!
Evidentemente per la dottoressa essere vivi e in compagnia di amici non è un’occasione speciale, dobbiamo attendere che si sposi un figlio o che arrivi Capodanno per avere diritto a frequentare il dio Bacco. Questa è la “verità scientifica”, ma la scienza deve essere per forza il criterio sul quale uniformare ogni nostro comportamento? Non tanto la scienza in questo caso, ma la visione scientifica di ciò che chiamiamo salute. Imprigionare la salute nelle rigide coordinate della scienza non mi sembra lecito e nemmeno salutare, a dirla tutta. Secondo una visione scientifica della salute anche una sigaretta al giorno fa male. Eppure fumare può distendere i nervi, per la dottoressa
invece fumare distende e basta, distende per sempre. Stessa cosa per il vino: il vino è cancerogeno. Anche vivere è cancerogeno, detto tra noi.
Nel mondo ideale della nostra amabile dottoressa bisognerebbe condannare alla damnatio memoriae tutte le foto in cui Bogart o Dean hanno una sigaretta in bocca. Non parliamo del cattivo esempio di uno scrittore come Bukowski o di quegli scelleratissimi Mastroianni e Camilleri che senza sigarette avevano la sensazione di non respirare, di soffocare. La scienza salutista dice proprio il contrario: è la sigaretta che fa soffocare. Il tumore maligno è una gran brutta bestia, ma anche il timore maligno non è da sottovalutare per la nostra salute. La dottoressa Viola vuole inculcarci il “timore maligno” per tutte quelle cose che ci rendono sopportabile la vita: i vizi. Senza vizi avremmo un’umanità
sterilizzata, quindi sterile. Senza vizi il mondo scoppierebbe di noia, di tragica noia salutista. Non può esserci solo Apollo nelle nostre vite! Che fine facciamo fare a Dioniso?
La dottoressa Viola vuole un mondo equilibrato, armonioso, pulito, senza contrasti, senza contraddizioni. Un mondo piatto, senza lo spessore dell’ombra. Prendere la vita è metterla sul vetrino di un microscopio è salutare? Leggete i Fiori del Male di Baudelaire, ci sono poesie meravigliose sul vino, che cosa dobbiamo fare? Impedire la lettura di questo libro così malefico e dannato? Vogliamo una schiera di studenti e studentesse tutti azzimati, tutti perfettini, tutti bravi ragazzi uniformati?
La dottoressa è una ricercatrice, una scienziata, e il suo punto di vista non può che essere un punto di vista normativo e salutista. La parola salute deriva dal latino salus che significa “integrità”, “salvezza” “incolumità”. La dottoressa ci vuole tutti integri, incolumi, salvi e morti! Vuole un’umanità cadaverica, in sostanza. Un’umanità senza ebbrezza, ergo senza gioia. Siamo dalle parti di Salvini, un’umanità leghista. Che orrore! Dobbiamo togliere il concetto di salute dalle benevoli grinfie della scienza salutista! Per fortuna al mondo non ci sono solo gli scienziati, ci sono anche i poeti, gli artisti, gli scrittori. Un verso come “bello come il tremore delle mani di un ubriaco” di Isidore Ducasse non potrebbe essere capito dalla dottoressa apollinea che ha dichiarato guerra al dionisiaco.
Trasformare il mondo in una clinica è l’obiettivo dichiarato della dottoressa Viola. Eppure un mondo così sarebbe un mondo senza sapore, senza sale. Ah, anche il sale fa male. Sulle ferite non ne parliamo, il sale sulle ferite. Ci aspettiamo in futuro una dichiarazione di guerra anche verso il cioccolato, il caffè e l’amore. L’amore non fa bene. L’amore è lacerante, l’amore è folle, l’amore crea dolore e spasmi, l’amore fa male alle coperte, ai cuscini, l’amore stropiccia tutto. L’ideale della dottoressa è un amore equilibrato, sontuosamente insignificante, un amore senza tradimenti, un amore eterno che ci accompagni fino alla dentiera nel bicchiere. Che bello! Che bella vita!
Sono sicuro che da qualche parte c’è uno studio inglese che condanna anche i baci con la lingua: il microbiota orale comprende fino a 700 tipologie di batteri!
Amanti di tutto il mondo: non baciatevi più! Il bacio non è più un apostrofo rosa tra le parole t’amo! Il bacio è una selva malvagia di batteri poco salutari! Ecco dove si finirebbe ad ascoltare le dottoresse Viola di questo mondo. Ora vado a fumarmi una sigaretta e a bere tre bicchieri di vino, in attesa di tanti baci con una donna, anche due, perché no?
Tra la vita e la salute scelgo la vita. In vino varietas. La varietà della vita va sempre preservata. La salute non è tutto, proprio perché il tutto comprende la libertà di vivere come meglio si crede e si sente. Noi vogliamo cogliere la viola del pensiero ma il pensiero della Viola lo lasciamo a chi vuole vivere da morto per morire sano. Non si tratta di avere ragione, la ragione è triste, si tratta di avere torto ma con allegria. Anche un’allegria alcolica.
Libiamo, libiamo ne’ lieti calici, che la bellezza infiora
E la fuggevol, fuggevol ora s’inebrii a voluttà