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“Nessuna rissa, fu un tutti contro uno”: perché il pm ha chiesto l’archiviazione di Fedez per il pestaggio a Iovino

Il reato di rissa non è configurabile, mentre per le lesioni e le percosse "non risulta essere stata sporta idonea querela"

di F. Q.

“Non ci fu uno scontro tra gruppi contrapposti, bensì un gruppo contro un’unica persona offesa“, quindi il reato di rissa non è configurabile. Per quanto riguarda invece le ipotesi di lesioni e percosse, “non risulta essere stata sporta idonea querela” e non ci sono agli atti “certificati medici che stabiliscono con certezza una tipologia di lesioni o una prognosi” tale da renderle procedibili d’ufficio. Con queste motivazioni, lo scorso febbraio, la Procura di Milano ha chiesto l’archiviazione del procedimento a carico di Fedez e del suo bodyguard Christian Rosiello per il pestaggio al 38enne personal trainer Cristiano Iovino. Sulla richiesta dovrà decidere il giudice delle indagini preliminari.

I fatti risalgono alla notte tra il 21 e il 22 aprile 2024: poche ore dopo una lite alla discoteca The Club, Iovino era stato aggredito di fronte alla propria abitazione in zona Citylife da un gruppo di nove persone, tra cui Fedez e Rosiello, arrivati a bordo di un van nero. Tra i protagonisti dell’agguato anche vari ultras della curva Sud del Milan, poi coinvolti nell’inchiesta “doppia curva” sul tifo organizzato”. A maggio Fedez e Iovino avevano raggiunto un accordo economico con cui il personal trainer si impegnava a non sporgere denuncia per l’accaduto.

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