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Femminicidio di Messina, l’ipotesi dei pm: “Argentino aiutato nella fuga”

Gli inquirenti scrivono nel decreto di fermo che ha potuto contare su un "appoggio di soggetti terzi" prima di essere rintracciato nel bed&breakfast della madre a Noto
Femminicidio di Messina, l’ipotesi dei pm: “Argentino aiutato nella fuga”
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Il presunto assassino di Sara Campanella, Stefano Argentino, è stato aiutato a fuggire. Dopo averlo scovato nella notte a Noto, i carabinieri di Messina, coordinati dalla procura guidata da Antonio D’Amato, continuano a indagare, anche per capire le dinamiche della fuga del ragazzo. Chi lo ha aiutato a nascondersi? E perché. Argentino non era reperibile, non è stato trovato a casa a Messina e nemmeno nell’abitazione dei suoi genitori a Noto: solo in nottata è stato localizzato in un B&B della madre, nella città in provincia di Siracusa. Ma per arrivarci deve essere stato aiutato.

Con questa motivazione, almeno, la pm Alice Parialò motiva l’esigenza di una misura cautelare. “Può ritenersi sussistente il pericolo di fuga che giustifica l’adozione di un intervento precautelare immediato da parte del pubblico ministero. E ciò si desume dal fatto che Argentino si è agevolmente dato alla fuga nelle immediatezze dei fatti potendo contare sull’appoggio di soggetti terzi, in via di identificazione, per far perdere le proprie tracce”, si legge nel provvedimento di fermo firmato dalla pm della procura di Messina. Dopo avere accoltellato Sara, l’assassino si è allontanato velocemente.

Di certo lo studente ha aspettato la sua vittima dopo le lezioni e l’ha seguita, come dimostrano le immagini registrate dalle telecamere di sorveglianza. Non è mai tornato nella sua casa di Messina, in via Natoli. Si è allontanato dalla città dello Stretto, presumibilmente, nello stesso pomeriggio: il luogo dove si sono svolti i fatti, ovvero il viale Gazzi, è una lunga strada in salita che porta direttamente in autostrada. Ha di certo percorso la Messina – Catania, per poi proseguire verso Siracusa e fermarsi a Noto. Lì è nato e lì risulta residente nella casa dei genitori, dove, però, non c’è neanche passato. I militari lo hanno, invece, scovato in un b&b di proprietà della madre.
Adesso le indagini puntano a individuare chi ha aiutato Argentino. Gli eventuali complici erano consapevoli di quello che era successo a Sara Campanella? Intanto il suo legale, Raffaele Leone, del foro di Siracusa, ha avuto un primo incontro interlocutorio con il presunto assassino. Per la giornata di mercoledì 2 aprile è previsto l’interrogatorio di garanzia del gip. “Un ragazzo schivo, silenzioso, con noi non ha mai legato, aveva solo un amico, ma non saprei dire neanche quanto fossero amici, con tutti noi non parlava mai”: così lo descrivono i colleghi di corso dell’università di Messina. Sara avrebbe dovuto laurearsi il 25 novembre, giornata internazionale contro la violenza sulle donne. La rettora di Messina, Giovanna Spatari, l’unica donna in Sicilia a guida di un’università, ha voluto che le lezioni, il giorno dopo l’assassinio della ragazza, proseguissero, chiedendo a tutti i docenti che in ogni aula si parlasse della studentessa e del suo brutale assassinio. Una fiaccolata in ricordo di Sara partirà, invece, giovedì alle 19.30 dal Cortile del Rettorato in Piazza Pugliatti.

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