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“Quattro operazioni e una valanga di tasse mi hanno lasciato a terra, con 14 euro in contanti. Chiedo un piccolo aiuto a piacere”: parla Paolo Guzzanti

L'ex deputato parla a La Notizia dei suoi problemi di salute: "Mi sono ritrovato ad essere un malato renale, con una importante insufficienza. Da dicembre a febbraio ho subito ben quattro interventi. Oggi va meglio, ma ho sofferto anche di 'piccola depressione', quella condizione che ti porta a lasciarti andare"

di F. Q.
“Quattro operazioni e una valanga di tasse mi hanno lasciato a terra, con 14 euro in contanti. Chiedo un piccolo aiuto a piacere”: parla Paolo Guzzanti

La definisce una rivelazione e una “richiesta umiliante” ma sottolinea che “la misura dell’aiuto che vi chiedo (che chiede ai suoi amici, ndr) è libera, piccola e a piacere“. A parlare a La Notizia è Paolo Guzzanti, 85 anni, giornalista, politico, saggista: “Mi si sono ingorgate le spese mediche per quattro interventi in un anno non coperte da assicurazione e una valanga di tasse che, per quanto previste, mi hanno lasciato letteralmente a terra con soli 14 euro in contanti“.

L’ex deputato parla dei suoi problemi di salute: “Mi sono ritrovato ad essere un malato renale, con una importante insufficienza. Da dicembre a febbraio ho subito ben quattro interventi. Oggi va meglio, ma ho sofferto anche di ‘piccola depressione’, quella condizione che ti porta a lasciarti andare e a non avere nemmeno la voglia di alzarti dal letto per lavarti i denti”. Guzzanti spiega che il “secondo divorzio è stato devastante e ha contribuito fortemente alla situazione di difficoltà economica in cui oggi vivo. Cinque anni di aule giudiziarie, perché la mia ex pretendeva che il mantenimento a lei corrisposto fosse sempre quello di quando avevo la carica di parlamentare. Divorziare è un lusso, invece dovrebbe essere un diritto garantito come l’aborto, o come tutto ciò che regola la vita civile”.

E il giornalista dice la sua anche sull’aumento della pressione fiscale: “Nella parata delle nazioni siamo nella classifica tra quelli maggiormente tassati. Ma, attenzione, perché gli altri paesi – tassati come o più di noi – hanno però un aspetto diverso. Il Fisco non è solo l’aguzzino che riscuote le tasse e sanziona se non tutto è in ordine. Viene a casa tua, verifica ciò di cui tu hai bisogno, viene a conoscere i tuoi problemi (fosse anche solo l’apparecchio odontoiatrico di cui necessitano i figli) per cui lo Stato chiede dei soldi, ma ti garantisce dei servizi. Invece, in Italia lo Stato chiede i soldi per coprire dei debiti. Non sono un tecnico e non posso indicare la via da seguire, ma credo che qualcosa in più – anche nell’ultima legge di bilancio – doveva essere fatta per ridurre la sproporzione tra quanto dobbiamo corrispondere di tasse e la qualità di ciò che ci viene reso in cambio. C’è un detto americano che rende l’idea… (…) No taxation without representation, espressione della rivoluzione americana. In sostanza, il cittadino ha il diritto di stare nella stanza dei bottoni per decidere e monitorare come vengono spesi i suoi soldi. Non vogliamo restare fuori dalla porta per poi conoscere e subire passivamente il livello di tassazione.”.

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