In Abruzzo via libera in sanatoria a Megalò 2, il centro commerciale a due passi dal fiume

“Una preziosa ansa del fiume Pescara sarà definitivamente occupata e antropizzata, se non ci saranno ulteriori ricorsi”. Al centro delle accuse del Forum abruzzese dei movimenti per l’acqua H2o, c’è il parere favorevole in sanatoria al progetto Mirò rilasciato, pochi giorni fa, dal comitato Via della Regione Abruzzo. Meglio conosciuto come Megalò due, il progetto prevede la realizzazione di un gruppo di edifici commerciali tra Chieti Scalo e Cepagatti, a due passi dal fiume.
“Il Megalò 2 è un nuovo scempio bipartisan, un ecomostro. Nel 2025 in Abruzzo si autorizzano ancora insediamenti commerciali in zone di esondazione di un fiume”, dice Maurizio Acerbo, segretario nazionale di Rifondazione comunista e già consigliere regionale abruzzese. In passato, il comitato regionale chiamato a valutare l’impatto ambientale si era espresso invece varie volte contro l’opera. Ma stavolta è arrivato il dietrofront e alla società che aveva iniziato già i lavori è stata comminata una multa di 35mila euro. “Tanto vale, in Italia, avviare la realizzazione di una grande opera privata senza valutazione di impatto ambientale preventiva”, ironizza il Forum H2o, secondo il quale a poco servirebbero “ridicole multe che ovviamente non costituiscono alcuna deterrenza nel mondo reale davanti a progetti multimilionari”.
Il Megalò 2 è stato soprannominato così perché sorgerebbe vicino al Megalò, uno dei più grandi centri commerciali della penisola che domina, dal 2005, la Valpescara. Lo stesso Megalò si sviluppa a poca distanza dal fiume, su una superficie che venne classificata ad alto rischio idraulico e idrogeologico. Una classica pianura alluvionale, insomma, tant’è che per proteggere la struttura e i suoi clienti da potenziali straripamenti del Pescara venne eretto un argine artificiale di circa 10 metri d’altezza. La tribolata vicenda del Megalò 2 ha origine invece quasi 15 anni fa: all’inizio, il comitato Via aveva dato semaforo verde. Poi una serie di pronunce del Tribunale amministrativo regionale e del Consiglio di Stato, rimpalli di accuse tra forze politiche ed enti locali, battaglie degli ambientalisti e contromosse della ditta costruttrice. Tre anni fa sembrava essere giunto lo stop all’operazione, ma adesso Mirò-Megalò 2 pare risorgere dalle sue ceneri.
“Bisogna mobilitarsi per fermare questo ennesimo ecomostro – spiega ancora Acerbo – Con i ricorsi e la protesta verso amministratori che non difendono il territorio”. Anche il Movimento 5 Stelle si mobilita: “Sono sotto gli occhi di tutti i problemi esistenti in quell’area, con frequenti allagamenti che si registrano a valle dello stesso Megalò – lamenta Fabio Stella, assessore comunale pentastellato di Chieti – Mirò rischia di creare tantissimi danni. Il Movimento 5 Stelle è pronto a promuovere una class action”.
Sulla stessa linea la deputata Daniela Torto, pure lei di Chieti e del Movimento 5 Stelle: “Presenterò un’interrogazione parlamentare. A fronte di alluvioni purtroppo sempre più frequenti, il governo fatica a risarcire tutte le famiglie alle prese con i danni causati da tali fenomeni. E così pensa di obbligare i proprietari di case o i titolari di attività commerciali a stipulare assicurazioni che hanno, quindi, un costo per i cittadini. Su di loro ricadono le conseguenze di politiche poco lungimiranti. La soluzione è quella di pensare a opere di mitigazione e fermare progetti, come nel caso del parco commerciale Mirò, capaci di rompere l’equilibrio idrogeologico”.
Minaccia barricate anche Alleanza Verdi e Sinistra: “Stiamo valutando, insieme al Wwf, da sempre attivo su questa annosa vicenda, tutti gli strumenti tecnico-giuridici a oggi utilizzabili per fermare un progetto di per sé controverso – afferma Daniele Licheri, segretario regionale Sinistra italiana-Avs- Siamo pronti ad attivare i nostri deputati per chiarire l’iter della vicenda, valutando e sostenendo tutte le possibili soluzioni concretamente attuabili. Qui si tratta di mettere in sicurezza il territorio”.