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La protesta degli animalisti per i test su 1600 beagle: “Rischiano la pratica della vivisezione”

I 1.600 beagle rischiano di essere sottoposti a diversi test, che potrebbero includere anche la pratica della vivisezione
La protesta degli animalisti per i test su 1600 beagle: “Rischiano la pratica della vivisezione”
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Due blitz nella notte tra domenica e lunedì a Formello e Roma per salvare 1.600 beagle destinati alla sperimentazione clinica e tossicologica nei laboratori dell’azienda veronese Aptuit. Gli attivisti del movimento Stop Plastica hanno organizzato due flash mob in vista della sentenza del Tar del Lazio, attesa per oggi 11 marzo, che dovrà stabilire se autorizzare l’azienda a riprendere gli esperimenti. Il blitz è scattato alle 21 prima sul ponte della Cassia bis, a Formello, dove i manifestanti hanno srotolato uno striscione con la scritta “Salviamo i beagle” e acceso fumogeni rossi e verdi. Pochi minuti dopo, un’azione simile è stata messa in atto sulla Cassia, a Roma.

Questa mobilitazione è solo il preludio alla manifestazione in programma martedì in via Flaminia, sotto la sede del Tar del Lazio, a cui parteciperanno anche il Partito Animalista Europeo e numerose associazioni, tra cui Animalisti Italiani e Centopercentoanimalisti. I 1.600 beagle, attualmente in un allevamento in Francia, rischiano di essere trasferiti in Italia per essere sottoposti a diversi test, che potrebbero includere, secondo gli animalisti, anche la pratica della vivisezione. Ma bisogna ricordare che la vivisezione, intesa come sperimentazione che non si preoccupava della sofferenza degli animali, non è più praticata da decenni in nessun laboratorio scientifico. Tutt’altra cosa è la sperimentazione animale fatta con le garanzie e i limiti che sopra sono stati descritti, per cui gli animali ricevono un’anestesia perfino per essere sottoposti a un semplice prelievo di sangue.

La battaglia legale contro Aptuit va avanti dal 2021, quando diverse segnalazioni hanno portato ad indagini e inchieste ancora in corso per presunti maltrattamenti e uccisioni nei laboratori dell’azienda. Nel frattempo, il Tar del Lazio aveva sospeso per sei mesi le autorizzazioni alla sperimentazione, mentre sul piano penale è attesa un’udienza preliminare in aprile. “La sperimentazione animale è un sistema obsoleto, doloroso e inaffidabile. Oggi esistono metodi alternativi più efficaci e scientificamente validi” spiegano gli attivisti di Stop Plastica. “Un’eventuale sentenza favorevole all’azienda rappresenterebbe un pericoloso precedente, aprendo la strada a nuove autorizzazioni per laboratori di vivisezione”. In Italia, da oltre dieci anni, è vietato allevare cani, gatti e primati destinati alla ricerca, ma la legge consente alle aziende di acquistarli all’estero. Un paradosso normativo che, secondo gli animalisti, mette a rischio la vita di centinaia di animali.

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