Svolta nelle indagini per l’omicidio di Luciano Muttoni, trovato senza vita domenica nella sua casa di Valbrembo, nella Bergamasca: i carabinieri hanno sottoposto a fermo di indiziato di delitto due uomini, un italiano di 25 anni residente a Bergamo e un 24enne di origini polacche residente in provincia di Monza Brianza. I due si trovano ora in carcere.

Secondo quanto trapela il 25enne ha confessato agli uomini dell’Arma di aver ucciso Muttoni perché il 58enne ha reagito a un tentativo di rapina. Nelle dichiarazioni rilasciate ai carabinieri il 25enne ha fornito anche indicazioni utili al ritrovamento del proprio giubbotto macchiato di sangue, di alcuni documenti sottratti alla vittima e soprattutto dell’arma del delitto, una pistola scacciacani con la quale avrebbe colpito più volte Muttoni al capo, oltre ad averlo picchiato con pugni e calci alla testa, causando le gravi ferite che hanno poi portato al decesso. La pistola è stata trovata in un campo a Ponte San Pietro.

Il secondo è stato prelevato lunedì mattina in una comunità terapeutica in provincia di Monza Brianza dove era aiuto educatore, e ha reso spontanee dichiarazioni ai carabinieri, concordanti con quelle fornite dal primo. I due, dopo essersi allontanati dalla scena del crimine con l’auto della vittima, alla quale avevano anche rubato il telefono, alcune carte di credito e pochi contanti, si erano disfatti di parte degli oggetti e dell’arma del delitto gettandoli nei campi e nei boschi tra i comuni di Valbrembo e Solza.

Una pattuglia del Comando Provinciale Carabinieri di Monza Brianza, la notte prima del rinvenimento del cadavere, aveva fermato l’auto di Muttoni a bordo della quale viaggiavano quattro individui, denunciandoli per la ricettazione dell’auto e sequestrandola. Dalle immagini dei sistemi di video sorveglianza e le informazioni acquisite dai testimoni, i carabinieri di Bergamo hanno accertato che a uccidere Muttoni sarebbe stato l’uomo alla guida del veicolo sequestrato dai colleghi di Monza la notte precedente. Raggiunto a Monza dai Carabinieri del Nucleo Investigativo di Bergamo per essere sentito quale persona informata sui fatti, il giovane ha confessato l’omicidio, riferendo di aver agito a scopo di rapina e di aver colpito a morte la vittima a seguito del suo tentativo di reazione.

Le indagini sono iniziate la mattina di domenica subito dopo il rinvenimento del cadavere, con la ricerca dell’auto di Muttoni, che i vicini di casa avevano dichiarato di non notare più, da alcuni giorni, parcheggiata vicino all’ingresso del complesso immobiliare. Anche durante la notte i militari, coordinati dal sostituto procuratore di Bergamo Letizia Ruggeri, hanno sentito decine di persone. Dalle loro dichiarazioni nella lunedì mattina è stato possibile giungere alla individuazione del secondo indagato.

Dell’uomo non si avevano notizie da due giorni. Muttoni viveva da solo in una casa che spesso metteva in affitto su piattaforme online e la sua vecchia Volkswagen Golf per accompagnare in giro i turisti che ospitava. La vittima è stata trovata a terra nel soggiorno, in una pozza di sangue, e presentava profonde ferite al capo. Il ritrovamento del corpo è avvenuto da parte di una conoscente che non riusciva a mettersi in contatto con lui. Il cinquantottenne viveva da solo e conduceva una vita piuttosto riservata: poche le parole con i vicini di casa e pochi contatti, se non per pubblicizzare sui social la sua casa per i soggiorni, con tanto di parallela attività di autista per le stesse persone che ospitava. Intanto le indagini proseguono per accertare eventuali responsabilità di altre persone che potrebbero aver concorso o favorito la commissione del reato.

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