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“Mio papà si è ucciso perché aveva una azienda in fallimento e gli strozzini lo tallonavano. Prima di morire mi diede 100mila lire”: lo rivela Morgan

Il cantautore ha deciso di rivelare alcuni retroscena su un episodio doloroso della sua vita

di F. Q.
“Mio papà si è ucciso perché aveva una azienda in fallimento e gli strozzini lo tallonavano. Prima di morire mi diede 100mila lire”: lo rivela Morgan

Durante la chiacchierata a “One More Time“, il podcast di Luca Casadei, Morgan ha raccontato della sua infanzia e del suo rapporto col padre, che ha poi deciso di porre fine alla sua vita.

“Si è tolto la vita a 46 anni, io ne avevo 15. – ha raccontato il cantante – Ha avuto proprio un crollo. In famiglia ero l’unico che sapeva delle sue problematiche, perché mi portava sul lavoro. Aveva questa azienda che stava fallendo, lui fumava 200 sigarette e aspettava queste telefonate che non arrivavano… Poi aveva chiesto dei prestiti agli strozzini che lo perseguitavano”.

E ancora: “Mia madre non sapeva niente. Io ero un bambino e facevo piano bar: portavo a casa 4 o 5 milioni di lire al mese e li davo a mio padre così faceva finta di averli guadagnati lui, ma ero io a darglieli. Lui, la notte prima di ammazzarsi, mi dato 100 mila lire simboliche: ‘così non penserai che non te li avrei più ridati’. Io mi sono addormentato, non avevo capito che quella sarebbe stata l’ultima notte che lo avrei visto. Se lo avessi capito, penso che avrei accesso la luce e lo avrei abbracciato”.

Sul problema del suicidio “è giusto entrare a capire quali sono le ragioni che portano alla morte, perché la morte non va bene, sia omicidio che suicidio. Sono molto contento del fatto che la società sta cercando di affrontare il problema del femminicidio, finalmente si è arrivati a creare una coscienza. Ci sono anche altri temi importanti da approfondire, soprattutto nel campo proprio di quella zona tragica che è la vita quando non funziona e si arriva alla morte. Come si può prevenire il suicidio? Mi domando come avrei fatto a prevenire il suicidio di mio papà? Bisogna riuscire a vivere all’insegna del non arrivare lì. Ad esempio, la creatività e l’arte sono delle cure, perché l’arte non è mai omicida. L’arte è per la vita, l’artista non è altro che qualcuno che dice: io voglio vivere e io voglio che tu viva della mia vita“.

Sulla sua situazione psicologica e lavorativa dopo l’accusa di stalking da parte di Angelica Schiatti: “Io sono felice di vivere anche quando sono disperato. Adesso sto male, sono disperato, sono trattato male. Sono infelice perché veramente faccio fatica nelle cose materiali, nelle cose di tutti i giorni. Avere disponibilità finanziarie, la lealtà, il rispetto da parte di chi scrive di me sui giornali. Mi hanno annullato tutti i lavori. La gente si dovrebbe sparare nella mia situazione. Eppure, io sono felice di vivere, perché ho un po’ una riserva. Ho collezionato, come l’orso che diventa grasso per affrontare il letargo. Il grasso per me è la musica. Mi hanno annullato i concerti, non mi hanno più telefonato. È dura perché poi io ho una famiglia da mantenere, ho le figlie. Come ho fatto? Ho suonato”.

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