Addio a Pizzul, Zoff: “Un intenditore, ci incontravamo a pranzo per parlare di calcio”. Capello: “La sua voce era un’emozione”

Bruno Pizzul è morto stanotte all’ospedale di Gorizia. La storica voce del giornalismo sportivo italiano avrebbe compiuto 87 anni tra pochi giorni. Tanti i messaggi di cordoglio per il leggendario telecronista che con il suo linguaggio e il suo ritmo ha rivoluzionato il modo di raccontare in diretta le partite di calcio.
All’Adnkronos, il ricordo del capitano dell’Italia campione del mondo nel 1982 Dino Zoff: “Perdo un caro amico, avevamo tante cose in comune, siamo tutti e due friulani e con la passione per il calcio, spesso l’estate ci incontravamo a pranzo o a cena e si parlava di tutto in particolare del nostro sport. Mi mancherà. E’ stato un grande professionista, un intenditore di calcio, ma soprattutto un uomo con la schiena dritta, una persona a modo, mai sopra le righe”. Anche Fabio Capello ha ricordato il mitico telecronista all’Adnkronos: “Mi dispiace davvero molto. Ogni volta che sentivo la sua voce in una telecronaca era un’emozione, Bruno era una grande competente di calcio e nelle telecronache la sua grande qualità era la semplicità, era comprensibile a tutti anche chi il calcio lo seguiva saltuariamente magari solo in occasione delle partite della Nazionale. Il ricordo più bello che ho di Bruno sono state le telecronache che abbiamo fatto insieme della Nazionale nel 1998 e 1999, ci si intendeva a meraviglia”.
Ovviamente anche molti colleghi telecronisti hanno ricordato Pizzul, che per un’intera generazione è stato un maestro. Sul proprio profilo X, Riccardo Cucchi ha scritto: “Che dolore carissimo Bruno. Tu non lo sapevi, ma prendevo appunti mentre ti ascoltavo”. “È stato un maestro assoluto. Nando Martellini gli ha lasciato il testimone delle telecronache della Nazionale, e prima di lui Nicolò Carosio. Nomi mitici delle telecronache che sono entrati nella vita di tutti i giorni degli italiani. Ha commentato Mondiali ed Europei quando tutta l’Italia, forse più che adesso, si riuniva davanti alla tv o alla radio. – ha detto l’attuale telecronista Rai delle partite della Nazionale Alberto Rimedio – Lui non solo aveva una voce caratteristica, ma possedeva un lessico ricercato che univa a grandi competenze tecniche, fu anche calciatore, e quindi trasmetteva le emozioni della Nazionale con facilità e delicatezza. Certo, non ha mai gridato ‘Campioni del Mondo o d’Europa’, ma ci ha accompagnato in un viaggio straordinario. Lascia un grandissimo vuoto“. Rimedio ha terminato il suo ricordo ammettendo: “Delle telecronache di oggi non apprezzava gli urlatori, chi aveva uno stile sguaiato perché lui manteneva sempre una certa sobrietà, ma comunque sapeva trasmettere emozioni”.
E poi anche Bruno Longhi ha reso omaggio al giornalista su X: “Bruno Pizzul è stato un gigante. Di umanità, dì bontà, di disponibilità. Chi l’ha conosciuto e frequentato, ed io sono tra questi, ne ha ammirato le eccelse doti umane improntate all’amicizia prima di tutto, e ne ha apprezzato il suo essere sempre normale e modesto nonostante lui fosse la grande e inimitabile voce del calcio italiano. E’ stato il primo telecronista in assoluto a coniugare il perfetto lessico alla narrazione tecnica e competente, in virtù dei suoi trascorsi di insegnate di lettere e di calciatore professionista. E’ stato per 16 anni la voce dell’Italia, dall’86 al 2002. Il cantore delle Notti Magiche, della finale persa ai rigori a Pasadena. Purtroppo non ha avuto il privilegio di commentarne la vittoria in un mondiale. Mi sembra di rivederti mentre parcheggi la bicicletta fuori da San Siro, tra l’incredulità dei tuoi ammiratori. Addio Bruno”.
In seguito, si è aggiunto il celebre telecronista Sandro Piccinini al ricordo di Pizzul sui social: “Un abbraccio forte alla famiglia di Bruno Pizzul, un Maestro di telecronache e di vita. Sobrietà ed eleganza, ma anche passione, competenza e una voce inconfondibile: in Bruno c’era tutto”.