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Liliana Resinovich “soffocata”, il procuratore di Trieste: “Profonda rivalutazione dell’intero procedimento”

Lo scorso gennaio la procura aveva deciso la riesumazione del cadavere della pensionata 63enne dopo aver ipotizzato un suicidio. La perizio medico legale, dopo 13 mesi dall'incarico, apre all'ipotesi dell'omicidio
Liliana Resinovich “soffocata”, il procuratore di Trieste: “Profonda rivalutazione dell’intero procedimento”
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Un nuovo colpo di scena sul caso di Liliana Resinovich, trovata morta il 5 gennaio 2022 in un boschetto di Trieste all’interno dell’ex ospedale psichiatrico San Giovanni dopo essere scomparsa da casa il 14 dicembre precedente. La donna sarebbe stata soffocata. Lo scorso gennaio la procura aveva deciso la riesumazione del cadavere della pensionata 63enne dopo aver ipotizzato un suicidio. E così oggi il procuratore facente funzioni di Trieste, Federico Frezza, in una nota scrive che il “minuzioso lavoro” svolto dai periti “impone una profonda rivalutazione dell’intero procedimento, forse con eventuali nuovi accertamenti aut acquisizioni”, il cui oggetto “non può, ovviamente, venire reso pubblico”. Il magistrato fa riferimento riferendosi al deposito della perizia svolta dai consulenti Cristina Cattaneo, Vanin, Leone e Tambuzzi. Frezza ricorda anche che il pm, assegnatario del procedimento sulla morte di Liliana Resinovich, non è più in servizio in Procura e di aver già assegnato il procedimento a un altro pm, “che è già al lavoro sul fascicolo”.

La donna, al momento del ritrovamento, aveva la testa in due sacchetti trasparenti di tipo alimentare fissati al collo con un cordino e il corpo in due grandi sacchi neri, di quelli utilizzati per la raccolta dei rifiuti solidi urbani, uno infilato dall’alto e dal basso l’altro. La perizia medico-legale sulle spoglie riesumate di Liliana, depositata tre giorni fa in Procura a Trieste dopo numerosi rinvii e comunque dopo tredici mesi (la perizia era stata incaricata dal pubblico ministero titolare dell’inchiesta, Maddalena Chergia, il 26 gennaio 2024), quindi riapre uno scenario: quello dell’omicidio.

Anche se non è una ipotesi del tutto nuova: la tesi del suicidio sostenuta dalla Procura – che dopo vari mesi di indagine e tanti esami eseguiti aveva chiesto l’archiviazione del caso – da sempre aveva suscitato forti dubbi. Non aveva nemmeno convinto il Gip del Tribunale, Luigi Dainotti, che l’aveva praticamente smontata. Il giudice per le indagini preliminari aveva individuato in oltre venti i punti da approfondire. A cominciare dal reato cui intestare il fascicolo fino alla riesumazione delle spoglie dal cimitero di Sant’Anna dove erano state seppellite (riesumazione avvenuta il 13 febbraio 2024). Il fascicolo era stato aperto il 22 dicembre 2021 per il reato di sequestro di persona; nel giugno 2023, il giudice aveva indicato che il reato da imputare era omicidio.

È invece più recente la tesi del soffocamento causato da terzi. Ne aveva parlato già pochi giorni fa la trasmissione televisiva Quarto grado e successivamente anche l’amico di Liliana, Claudio Sterpin, il quale da sempre sostiene che Liliana era decisa ad andare a vivere con lui. Nel corso di un intervento a un’altra trasmissione Sterpin si era spinto fino a scendere nei particolari: “Lilly è stata pestata prima da qualcuno” poi “soffocata probabilmente con un cuscino”, “bisogna trovare da chi”. Un cuscino che, secondo l’uomo, sarebbe stato nell’abitazione che Liliana condivideva con il marito, Sebastiano Visintin, e successivamente sarebbe scomparso. Si tratta tuttavia di indiscrezioni.

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