Il mondo FQ

Segregata in cantina per anni a Roma: solo uno secchio per i bisogni. Salvata da un’altra donna

La donna ha riacquistato la "libertà" grazie alla segnalazione di una cittadina alla Polizia. All'arrivo degli agenti la vittima ha affidato la sua disperazione ad un gesto. Nelle sue quattro dita alzate - comunemente note come "Signal for help"
Segregata in cantina per anni a Roma: solo uno secchio per i bisogni. Salvata da un’altra donna
Icona dei commenti Commenti

Viveva da anni chiusa a chiave in una cantina adibita a camera da letto, segregata dal suo compagno, un 45enne, che la costringeva ad una vita di soprusi e vessazioni. La donna ha riacquistato la “libertà” grazie alla segnalazione di una cittadina alla Polizia, dopo che aveva visto il compagno aggredirla in strada. È accaduto la settimana scorsa, quando il suo “aguzzino”, ha deciso a farle prendere una boccata d’aria, l’ha portata a fare una passeggiata per le vie del quartiere.

Qualcosa, però, ha incrinato i suoi buoni propositi, perché all’improvviso – per una parola fuori posto – l’uomo ha iniziato ad aggredirla prima verbalmente e poi fisicamente. Ad assistere alla scena una residente della zona che è immediatamente intervenuta in soccorso della vittima provando a fermare l’uomo mentre la trascinava per i capelli per ricondurla nella “spelonca”. Quando, poi, il 45enne ha iniziato a minacciare anche lei invitandola a non intromettersi, la donna non ha esitato un attimo e ha chiamato il 112. All’arrivo dei poliziotti del Commissariato Tor Carbone, ha fornito loro ogni descrizione utile sulla coppia e sulla direzione di fuga dell’uomo, che aveva trascinato con sé la compagna facendo perdere le loro tracce. Poco dopo, gli agenti avevano rintracciato l’abitazione dove l’uomo viveva con la mamma.

Nonostante, però, i tentativi di quest’ultimo di minimizzare l’accaduto e di catturare il consenso della compagna-vittima, la donna ha affidato la sua disperazione ad un gesto. Nelle sue quattro dita alzate – comunemente note come “Signal for help“- i poliziotti hanno “sentito” il suo urlo disperato di aiuto e le si sono avvicinati per tranquillizzarla ed aiutarla a rompere il suo muro di paura e sofferenza. Solo allora la donna ha trovato il coraggio di parlare e di mostrare loro lo scantinato dove da anni era costretta a vivere le sue giornate. Un materasso matrimoniale, una cassettiera, alcuni sacchi con dei vestiti ed un secchio che la donna era costretta ad utilizzare per i suoi bisogni fisiologici. Mentre la donna si è spogliata delle sue paure per poi essere affidata ad un centro anti-violenza, il suo aguzzino è stato arrestato per il reato di maltrattamenti in famiglia. La procura di Roma ha chiesto ed ottenuto dal giudice per le indagini preliminari la convalida dell’operato della Polizia di Stato e l’applicazione della custodia cautelare in carcere.

Gentile lettore, la pubblicazione dei commenti è sospesa dalle 20 alle 9, i commenti per ogni articolo saranno chiusi dopo 72 ore, il massimo di caratteri consentito per ogni messaggio è di 1.500 e ogni utente può postare al massimo 150 commenti alla settimana. Abbiamo deciso di impostare questi limiti per migliorare la qualità del dibattito. È necessario attenersi Termini e Condizioni di utilizzo del sito (in particolare punti 3 e 5): evitare gli insulti, le accuse senza fondamento e mantenersi in tema con la discussione. I commenti saranno pubblicati dopo essere stati letti e approvati, ad eccezione di quelli pubblicati dagli utenti in white list (vedere il punto 3 della nostra policy). Infine non è consentito accedere al servizio tramite account multipli. Vi preghiamo di segnalare eventuali problemi tecnici al nostro supporto tecnico La Redazione