Il caso Almasri? C’è stata un’omissione del ministro della Giustizia italiana. La Corte penale internazionale parla direttamente col ministero della Giustizia e non col magistrato. Il ministro dell’Interno c’entra poco e comunque interviene dopo”. Sono le parole pronunciate a Otto e mezzo (La7) dal procuratore di Napoli Nicola Gratteri sulla vicenda di Osama Njeem Almasri, il generale libico fermato in Italia e poi scarcerato.
Il magistrato si pronuncia anche sulla versione di Giorgia Meloni: “Ho visto al telegiornale l’intervista rilasciata dalla presidente del Consiglio. Nella prima parte ha ragione, perché questo signore libico ha girato per giorni in Europa, è stato fermato e controllato, ma nessuno lo ha bloccato. Poi il cerino è arrivato in Italia”.

Alla domanda della conduttrice Lilli Gruber, che gli chiede se è antifascista, Gratteri risponde: “Certo che lo sono, ci mancherebbe. Nella mia testa, però, in genere sono sempre all’opposizione: quando il governo è di sinistra, sono di destra o viceversa. Ora, per esempio, sono diventati tutti di destra: c’è gente che si mostra tutta vicino al potere per cercare di avere un pezzettino – continua – Un po’ di dignità, un po’ di schiena dritta, un po’ di decoro. Abituatevi a costruirvi una vita dicendo quello che pensate senza preoccuparvi di piacere a chi avete di fronte. Costruite una vita senza pagare cambiali. Siate liberi“.
E chiosa: “È possibile anche fare il procuratore senza essere iscritto a una corrente. Basta lavorare seriamente e ottenere risultati. In questo modo, anche se hai nemici, questi si devono arrendere”.

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